Di Angelica Paradiso – classe III sez. I
La Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, per la prima volta, fu istituita il 17 dicembre 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Da allora, rappresenta uno dei momenti più importanti dell’anno per parlare, informare e sensibilizzare su questo grave problema che riguarda tutti i Paesi del mondo.
Il 25 novembre è la “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”. Una data scelta non a caso: in questo stesso giorno del 1960, furono uccise le tre sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana. È una data importante, per ricordare a tutti che il rispetto è alla base di ogni rapporto e che non possiamo continuare a veder crescere il numero delle donne che subiscono violenza.
Secondo uno studio delle Nazioni Unite, il 58 per cento degli omicidi di donne riportati nel 2017 è stato commesso dal partner, da un ex partner o da un familiare. Nel mondo, si verificano 137 femminicidi ogni giorno. In Asia avviene il maggior numero di omicidi di donne, con 20mila casi registrati nel 2017.
In Italia il 31,5% delle donne tra i 16 e 70 anni, ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale.
Nel 2018 le vittime di femminicidio sono state 142, un numero in crescita rispetto all’anno precedente, e 94 quelle registrate nei primi dieci mesi del 2019. Si potrebbe dire che, in Italia, una donna viene uccisa ogni 72 ore. Nel nostro paese, per questa frequenza di femminicidi, è nata l’associazione NON UNA DI MENO.
Basta fare un salto nel passato per capire il perché di questi atteggiamenti: l’uomo, naturalmente più forte della donna, in passato lavorava solo lui in famiglia, per questo, la donna ha sempre dovuto occuparsi delle faccende domestiche. Questo ha fatto scaturire nell’uomo una forma di prevaricazione sul sesso femminile. La donna, che a quel tempo, non aveva libertà di parola ,sia nella società che nella famiglia, (addirittura nel Medioevo qualsiasi donna che osava esprimere la propria opinione veniva accusata di stregoneria e uccisa) ha dovuto sottomettersi. Questa orribile situazione nel corso degli anni è migliorata arrivando alla quasi completa emancipazione femminile, ma gli atti di prevaricazione, da parte dell’uomo, forse anche per reazione a tale emancipazione, in alcuni casi, continuano ancora a manifestarsi con ogni tipo di violenza: psicologica, sessuale, fisica…
L’errore che oggi le donne commettono è continuare a sperare, sperare che un giorno la situazione migliori, sperare che quell’odio si trasformi in puro amore e anche se transitoriamente la situazione cambiasse, bisognerebbe ricordarsi che il lupo perde il pelo, ma mai il vizio.
Molte al giorno d’oggi hanno paura di denunciare per timore delle conseguenze, ma bisogna farsi aiutare, bisogna reagire: la vita dovremmo trascorrerla con qualcuno che ci capisca, ci ami, ci apprezzi. Che senso ha alzarsi la mattina con la costante paura di essere insultate, maltrattate e soprattutto non amate?