di ANASTASIA DI BIASE – Finalmente è arrivata la neve!
L’ho tanto aspettata poiché fino ad ora si era fermata sulle pendici della montagna. Ho sperato tutti i giorni che scendesse in paese, ma non mi ha mai accontentata.
Questa mattina di febbraio però, appena i miei familiari mi hanno svegliata, mi sono alzata e, girando lo sguardo verso la finestra della mia cameretta, ho scorso il magico manto bianco e i soffici fiocchi di cristallo che lentamente scendevano ancora.
Allora incredula, mi sono precipitata verso il vetro per osservare più attentamente: i tetti, le finestre, i balconi e i cortili delle case erano ricoperti di neve, le strade apparivano di un nuovo candido colore, come se fossero un fiume di latte immacolato, con impresse tante orme di scarpe, zampe di animali e tracce di pneumatici delle automobili. La neve sugli alberi mi ha fatto pensare ai poveri uccellini infreddoliti, affamati e stanchi di cercare il cibo inutilmente.
E, proprio mentre mi immaginavo di giocare sulla neve con i miei amici a palle di neve o di affannarmi a costruire un divertente pupazzo di neve, la mamma mi ha invitata a consumare la colazione in fretta per non arrivare tardi a scuola.
Entrando in cucina, davanti a me si è presentata una bella tavola apparecchiata: una deliziosa e fumante tazza di latte e cioccolato con numerosi biscotti friabili al burro e alla panna da inzuppare gustosamente, proprio quelli preferiti da me. Ho mangiato tutto con grande appetito!
Sono andata un po’ nel panico, invece, quando dovevo vestirmi per andare a scuola. Ero indecisa sulla scelta degli abiti: troppo leggeri o troppo pesanti? A quel punto, mi è venuta in soccorso la mamma che mi ha rassicurata porgendomi gentilmente vestiti e calzature tra i più caldi e adatti ad affrontare la giornata invernale.
Infine, prima di uscire di casa, ho indossato il cappotto, i guanti e il cappello di lana col pon-pon bianco, la sciarpa calda e morbida di pile e gli stivali di pelle nera rivestiti di pelliccia sintetica all’interno e impermeabili all’esterno. Coperta così non avrei avuto timore del freddo.
A malincuore ho lasciato il tepore rassicurante e avvolgente della mia dolce casa.
Nonostante il disagio sulle strade, lo scuolabus è arrivato puntuale per portarmi a scuola e anche il consueto tragitto da Taranta Peligna a Lama dei Peligni, si è svolto con la tranquillità di sempre.
Arrivata in classe, sono rimasta sorpresa dalle sole presenze della maestra Gioia e della mia inseparabile compagna di banco Giorgia, mentre il resto della classe era rimasta a casa per via del raffreddamento e dell’influenza. Addirittura la maestra ha inviato una chat su WhatsApp al Gruppo Classe Quinta per informare le signore mamme che la scuola era aperta, che potevano portare i loro figli e che comprensibili ritardi non avrebbero creato problemi.
Come ogni mattina e prima di iniziare la lezione, il capoclasse ha raccolto i bollini per il pranzo da consegnare alla cuoca, scrivendo sull’apposito modulo il numero degli alunni presenti a mensa, quelli che hanno dimenticato il buono-pasto e quelli che ne hanno portato due. Una volta spillato il tutto, il capoclasse li ha imbucati nella busta porta-lettere affissa alla porta che serve a comunicare al personale addetto alla mensa il numero preciso dei bambini che pranzano a scuola.
Successivamente la maestra ci ha comunicato che oggi sarebbe stato un giorno scolastico speciale e indimenticabile. Infatti ci ha coccolate e premiate del fatto che siamo state coraggiose a venire a scuola con una buonissima e dolcissima barretta di cioccolato al latte.
A me le nevicate suscitano tanta gioia ed euforia perché mi fanno ricordare i giochi spensierati all’aperto in pieno inverno che facevo da piccola insieme ai miei genitori e mi stimolano a pensare sempre positivamente dandomi occasione di piacevole condivisione dell’allegra compagnia dei miei amici.