È ormai un po’ di tempo che in casa vive un piccolo pesciolino della specie “Chicco di riso”. Si chiama Nemo. Ricordo di averlo acquistato in un negozio di animali a Seriate sette anni fa.
Era appena morto il mio pesciolino precedente, perciò la mamma, per consolarmi, aveva portato me e mio fratello a sceglierne uno a ciascuno.
Abbiamo messo Nemo e Dori (così si chiama il pesciolino di mio fratello) in una boccia di vetro in cucina.
Dopo poche settimane Nemo non è sopravvissuto e non siamo mai riusciti a scoprire il motivo.
La boccia di Nemo è posizionata su un ripiano vicino al frigorifero; La cosa curiosa è che quando mio papà (che ha il compito di dargli da mangiare la mattina) si avvicina per togliere dal frigo il latte, Nemo sembra riconoscerlo perché sale a pelo dell’acqua e boccheggia finché non vede arrivare le quattro piccole palline di cibo.
Il suo corpo è ricoperto da squame di color arancio/oro, luminose come un raggio di sole. Fino a qualche anno fa, le pinne e la coda avevano delle macchioline nere, ma col tempo esse sono scomparse.
Ha due occhi neri, tondi come due piccolissime ruote. Non glieli ho mai visti chiusi.
A volte capita che di notte ci rechiamo in cucina e se accendiamo la luce lo vediamo sempre in movimento. Mi chiedo come faccia a dormire!
Ogni tanto, quando siamo in cucina in silenzio, lo sentiamo sbattere la coda contro il vetro e dei numerosi “SPLASH” quando tenta alcuni guizzi.
Un paio di anni fa, mentre facevo i compiti in cucina, mi accorsi di uno strano rumore e, guardando verso di lui, lo vidi fuori dalla boccia che sbatteva la coda sul ripiano.
Subito la mamma rimise nell’acqua e per qualche giorno tememmo che non sopravvivesse perché nuotava in modo strano: sembrava quasi che fosse ubriaco e mentre nuotava non riusciva a mantenere la giusta traiettoria. Fortunatamente, dopo pochi giorni Nemo si riprese ed è tornato vispo come sempre.
Così successe anche poche settimane fa, quando Nemo uscì dalla boccia, e dato che ero a casa da solo, toccò a me rimetterlo dentro. Al momento tremavo tutto. Avevo paura di fargli del male.
Penso che il nome gli si addica proprio perché si chiama come il protagonista del film d’animazione omonimo, che come lui supera tante difficoltà. Il mio ne vive di avventure!
Quando lo guard0, sballottato nell’acqua, sembra quasi che si trovi in una centrifuga.
Tra qualche anno, se lui non sarà più in vita, sicuramente piangerò e sarei molto dispiaciuto perché lui è ormai membro della nostra famiglia, sono veramente affezionato.
Mi dispiacerebbe guardare la boccia vuota senza vederlo nuotare. Non voglio pensare all’idea di rimpiazzarlo.
Federico Gelpi 2E