//Nella mente di un mostro: la convinzione di non sbagliare

Nella mente di un mostro: la convinzione di non sbagliare

di | 2018-07-11T16:56:30+02:00 11-7-2018 16:56|Alboscuole|0 Commenti
di LUCIA FERRARO – Le ho dato uno schiaffo. Non è il primo della giornata e non sarà neanche l’ ultimo. Non so perché, ma, quando mi faccio rispettare, mi sento più forte e più sicuro di me. Lei mi guarda negli occhi finché la mia mano non colpisce la sua guancia – e un secondo dopo essa viene nascosta da innumerevoli lacrime che coprono il rossore appena creatosi. Non capisco perché pianga tutte le volte; sa che non deve parlare con nessuno, e sa anche che questo comporta delle conseguenze: un prezzo da pagare. Ne abbiamo parlato tante, troppe volte; subito ci rideva sopra, lo prendeva come uno scherzo; ma non è colpa mia, io l’avevo avvertita. Cerca di starmi sempre lontano, ma perché? Non capisce che lo faccio solo per il suo bene? Lei è solo mia, nessuno deve toccarla o semplicemente guardarla. Ho provato alcune volte a guardarla mentre parlava con qualcun altro, ma no, non riesco a non ingelosirmi. Tutti dicono che la gelosia eccessiva è una malattia, ma non è il mio caso. Io sono geloso il giusto – è solo lei che considera la situazione come se fosse un problema. Ieri è scappata di casa: ha urlato che era stufa di questa relazione malata. Ha sbattuto la porta e ogni sfumatura del suo carattere è sparita con lei. Non lo so: forse solo ora mi rendo conto che non mi manca lei come persona, ma piuttosto il controllo che avevo sulla sua persona. Non sopporto il fatto che sia fuori dal mio sguardo e dal mio controllo, circondata da altre persone. Voglio assolutamente sapere dov’è e con chi. So che in qualunque posto andrà a nascondersi non mi sfuggirà: non riuscirà a chiudermi fuori dalla sua vita. Oggi la sua vita non c’è più. Non potevo permettere ad un’altra persona di prendere il mio posto. Poteva essere solo mia oppure non sarebbe stata più di nessuno. Sì, l’ho appena uccisa. L’ho vista mentre sorrideva ad un suo collega. Sapeva che non doveva farlo. Ma ora basta: mi sono stancato. Le ho dato tante coltellate quante sono le volte che mi sono sentito tradito e non rispettato. Ma ora, anche se non respira più, so per certo che non sarà mai più di nessun altro.   Molte, troppe donne sono state e sono vittime di queste relazioni malate. Il 25 novembre, giornata internazionale contro il femminicidio, si ricordano le troppe vittime di questi mostri. Diciamo basta. Mai rinunciare a lottare per un diritto, il diritto alla libertà!