//MOREANI ASPIRANTI ARCHEOLOGI – LA 1B ALLA SCOPERTA DEL “LIBROSCOPIO”

MOREANI ASPIRANTI ARCHEOLOGI – LA 1B ALLA SCOPERTA DEL “LIBROSCOPIO”

di | 2019-04-14T18:45:20+02:00 14-4-2019 18:45|Alboscuole|0 Commenti
“Quale idea collegate all’immagine dell’ archeologo?”: questa la prima domanda postaci dal relatore Federico Vavalle, che ci ha guidato alla scoperta della sua meravigliosa disciplina di studio nell’ ambito del “Libroscopio”, evento di promulgazione scientifica patrocinato dal comune di Noicàttaro.
Infatti, in contrapposizione all’immaginario comune, l’archeologo, sia esso studente della civiltà classica, egizia o medievale, è una figura molto più interessante e affascinante di quel che si potrebbe pensare.
Abbiamo potuto apprendere in primo luogo i passaggi che precedono, costituiscono e seguono uno scavo archeologico, immergendoci anche nell’ambito del digitale, visionando alcuni video opera del professore ordinario dell’ Università di Foggia Giuliano De Felice.
La prima tappa è svolgere un’attività preparatoria di studio; dopo, vi è la fase di scavo, nella quale bisogna recarsi sul campo ed individuare prima di tutto l’area da analizzare; c’è, inoltre, una fase post-scavo, per ricostruire l’insieme di informazioni che si dovrà divulgare.
L’esperto, inoltre, ci ha spiegato l’importanza del ritrovamento di frammenti ceramici durante lo scavo, perché possono essere segnale della presenza di un antico insediamento e anche perché composti di un materiale che non tende a dissolversi nel tempo.
Allo stesso modo, possono essere utili gli affioramenti di pietra calcarea con segni evidenti di una lavorazione e raffinazione.
Il relatore ha proceduto successivamente illustrandoci le varie attività di ricerca che si sono tenute presso Rutigliano, Conversano e Turi, nei pressi della quale possiamo trovare il sito di Monte Sannace, il più importante dell’Italia meridionale.
L’esperto ci ha anche detto che, per ogni ambiente di scavo, si procede ad una quadrettatura per dividere il territorio in diverse sezioni, dopo un precedente sorvolo e fotografia del terreno.
È allo stesso modo fondamentale documentare ogni attività inserendo l’unità stratigrafica, cioè indicando lo strato di terreno in cui si è rinvenuto uno specifico reperto, anche con l’aiuto di geologi. Ad ogni nuovo strato potremmo infatti trovare un colore, una composizione ed una consistenza diversa. Sarà necessario, quindi, inserire in un disegno generale ogni unità stratigrafica.
Un ulteriore approfondimento da parte dell’esperto ha riguardato lo scavo subacqueo, che si occupa del ritrovamento di relitti e, magari, anche di intere città sommerse.
Dopo esserci congedati, abbiamo proceduto subito verso la sede del prossimo laboratorio e poi siamo tornati a casa.
Personalmente, sento di dover ringraziare la professoressa Luisa Brattico per averci accompagnato in un’esperienza così formativa, aiutandoci ad aprire la nostra mente a nuovi orizzonti della conoscenza.
ANNA SAVA