La settimana scorsa abbiamo intervistato Davide Veronesi, 51-enne ferrarese,
addetto alla sicurezza per la società Spal da oltre 2 anni. Davide ha il compito
di scortare i giocatori all’interno dello stadio, garantendone la sicurezza
personale fuori e all’interno dello spogliatoio (specie in occasione delle partite
di campionato giocate “in casa”); oppure li protegge durante eventi particolari,
per i quali venga richiesta la presenza dei giocatori della SPAL o di altri
membri dello staff tecnico e dirigenziale.
Vista la grande disponibilità subito dimostrataci, gli abbiamo fatto alcune
domande per capire meglio in cosa consista il suo lavoro.
Come viene considerato il livello di sicurezza negli stadi italiani?
In generale, il livello di sicurezza è buono e sta raggiungendo livelli elevati
anche a Ferrara: è chiaro che alcuni stadi, che magari possono godere di
risorse economiche maggiori ed ospitano squadre che da molti anni militano in
serie A, raggiungono livelli ottimali.
Quali sono le misure di sicurezza adottate nello stadio cittadino “Paolo
Mazza”, di recente ristrutturato ed ampliato?
Allo stadio “Paolo Mazza”, che oggi ha una capienza complessiva di 16.134
posti interamente coperti (ndr: il costo dell’ampliamento e del restyling
dell’aprile 2018 è costato circa 8 milioni di euro), la sicurezza viene garantita
da apparecchi di videosorveglianza distribuiti in punti strategici e dallo
scrupoloso lavoro degli addetti al prefiltraggio, cioè alle perquisizioni, ai metal
detector e al controllo dei documenti d’identità; si tratta di personale scelto
che viene sempre posto ai varchi di accesso all’impianto e ai tornelli.
Possiamo anche fare affidamento su un congruo numero di “steward”
(riconoscibili perché indossano una casacca fluorescente gialla) che hanno il
compito di ispezionare preventivamente l’impianto, controllare le uscite di
sicurezza e rimuovere oggetti illeciti o proibiti; queste persone, dotate dei
requisiti psicoattitudinali richiesti, sono distribuite nello stadio (nel rapporto di
1 ogni 150 spettatori), e li puoi vedere sia a bordo campo sia sulle gradinate e
nelle tribune; sono loro a gestire il deflusso dei tifosi a fine partita…
Resta fondamentale, poi, il lavoro svolto da Polizia municipale, Carabinieri,
Polizia di Stato e Guardia di Finanza, anche con l’ausilio di unità cinofile; è
infine importantissima l’attività dei Vigili del fuoco e del personale sanitario,
sempre presenti all’interno dello stadio. L’intera attività delle Forze dell’Ordine
viene svolta sotto la stretta vigilanza del Gruppo Operativo Sicurezza,
presieduto dal questore.
Qual è il suo compito nel centro di addestramento SPAL di Via Copparo?
Al centro sportivo SPAL di via Copparo la mia attività è svolta in collaborazione
con gli altri operatori di sicurezza e di portierato: il nostro compito, là, è
essenzialmente quello di tutelare la privacy dei giocatori e proteggere
l’ingresso, consentito solo agli addetti ai lavori e alle persone aventi
appuntamento (procuratori, sponsor, fornitori, ecc.); il problema più grosso,
semmai, è quello di gestire la presenza e l’entusiasmo dei tifosi, che richiedono
autografi e selfie ai loro calciatori preferiti!
Come definirebbe il rapporto da Lei instaurato con giocatori del calibro di
Floccari, Lazzari, Missiroli o Antenucci?
Beh, io seguo la Prima Squadra anche durante i ritiri: considero il rapporto da
me instaurato coi ragazzi (li chiamo così perché hanno almeno 15 anni meno di
me) un rapporto “fantastico”: alcuni sono più simpatici di altri, certo, ma tutti i
calciatori della SPAL restano comunque e banalmente esseri umani.
Le piace questo lavoro?
Sì, moltissimo. Credo di avere finalmente trovato, a 51 anni, la dimensione
adatta a me: mi rende felice l’idea di lavorare per questo gruppo, nonostante il
lavoro mi richieda alcuni sacrifici personali, come quello di essere reperibile
sempre, in ogni momento, in base alle esigenze della Società.
Intervista a cura di Nicola Veronesi, Classe 3 F –