Elisabetta Auletta , Denise Zangrillo – Il giorno 22 marzo con la nostra classe siamo andati al sito archeologico di Minturnae per assistere ad una lezione di epigrafia e visitare l’area dell’antica città, avendo così la possibilità di vivere una parte della giornata come i nostri antenati romani. All’inizio della mattinata, seduti sulle scalinate dell’antico teatro, abbiamo potuto vedere come venivano scritte le lettere dell’alfabeto latino e in che modo siano nati i numeri romani e abbiamo anche provato “l’emozione” di scrivere su tavolette cerate i nostri nomi con uno stilo, proprio come facevano gli studenti romani, che però non avevano insegnanti comprensivi come i nostri, stando a quanto ci hanno raccontato gli archeologi. Abbiamo capito che non era semplice scrivere o comunque decifrare quanto scritto, per la presenza di segni molto simili tra loro, e soprattutto quanto fosse difficile incidere segni arrotondati su pietra. Dopo una breve pausa, la seconda parte della nostra visita è stata dedicata alla visita dell’area archeologica, in cui abbiamo visto i resti delle terme, dei templi, del teatro, dell’antica Via Appia e … dei bagni. A tale proposito gli archeologi ci hanno raccontato episodi divertenti, citando iscrizioni trovate sulle pareti o testimonianze di autori antichi che si lamentavano, ad esempio, dei rumori che rendevano impossibile vivere nei pressi delle terme. Gli archeologi ci hanno poi illustrato la storia di Minturnae, colonia fondata nel 296 a.C. sulla sponda destra del fiume Liris, antico nome del Garigliano, che nella sua forma primitiva era internamente suddivisa dagli assi ortogonali del cardo e del decumano, cioè l’attuale via Appia. Forse già nel III secolo venne organizzato il foro, al centro del quale si trovano le fondazioni di due diversi templi, uno dei quali era l’edificio religioso principale, cioè il Capitolium, dedicato alla Triade, Giove, Giunone e Minerva. Alla fine dell’età repubblicana risale il primo impianto del teatro, diviso in tre parti: la scaena, l’orchestra e la cavea. E’ stata calcolata una capienza totale di 4600 posti a sedere. Il proscenio era decorato con nicchie rettangolari e curve, mentre lo sfondo presentava tre porte. In età augustea la città venne trasformata, con la costruzione di portici, un tempio dedicato ad Augusto, la dedica di un tempio a Cesare, la riedificazione del teatro. Successivamente, in età adrianea, furono costruiti il mercato e le terme urbane, il teatro fu ampliato e le strade vennero abbellite. La Minturnae che vediamo oggi è proprio quella di età adrianea. Quello che sicuramente ci ha colpiti di più è stato il teatro, sulle cui scalinate abbiamo assistito alle lezioni di epigrafia, ma è stato interessante anche osservare la zona delle terme e scoprire come era organizzato l’impianto termico che aveva delle vere proprie centrifughe che portavano l’acqua fredda nel frigidarium e calda nel calidarium. Abbiamo anche scoperto che anche i romani, quando viaggiavano, erano soliti “fare delle recensioni”, attraverso delle iscrizioni lasciate nei luoghi visitati, così come noi oggi lasciamo le nostre opinioni online. È stata una esperienza davvero stimolante che ci sentiamo di consigliare a studenti e non, per conoscere un’interessante area archeologica a pochi passi da noi.