a cura di Girolamo Cirillo – classe IV/A – plesso Giovanni XXIII –
In questo periodo, io sto a casa e a volte mi capita di guardare alla finestra.
Quando mi affaccio vedo le macchine che sono parcheggiate, le strade sono vuote al massimo qualcuno esce per fare una passeggiata o per correre; tutto questo prima non c’era e mi rende un po’ triste.
Questa tristezza mi arriva da questo nuovo modo di vivere, mai vissuto prima, anche perché quando incrocio qualcuno per strada sono tutti con la mascherina e ognuno per conto proprio, nessuno si ferma per scambiare quattro chiacchiere, al massimo un saluto.
Le case sono popolate, perché tutti sono in casa, si sentono cani abbaiare gatti miagolare e tutti i proprietari li vedo presi dalle tante faccende, ad esempio, tagliare l’erba nei giardini, pulire il fuori delle case.
Anche io in questo periodo aiuto i miei genitori!
Dalla finestra vedo campi verdi ma senza coltivazioni.
Mi soffermo a pensare che lo stesso campo dava molti ortaggi, mentre ora solo erba.
Anche il mio giardino è incolto, sembra essere morto, con la siepe qua e là malata, l’albero di albicocche secco, perché il giardiniere non è potuto venire a curarlo.
Sento le sirene delle ambulanze e a volte mi capita anche di vederle passare, sempre con la sirena accesa che vanno veloce per le strade.
Oltre alle ambulanze, vedo i corrieri dare gas ai camioncini per consegne a domicilio perché i negozi sono chiusi.
Vedo anche i miei vicini che mi salutano dalla finestra e in questo periodo li ho potuti conoscere meglio.
Si respira aria di tristezza e solitudine e spero con tutto il mio cuore che questo periodo finisca presto e ci sia la felicità nel mondo.