dalla Redazione del TGTassoNews – Metropolis di Fritz Lang. Un blockbuster ante litteram. A quasi cento anni dalla sua creazione, continua ad essere un classico senza tempo e incredibilmente attuale. Una pellicola all’avanguardia per temi e tecniche cinematografiche e che è stata d’ispirazione per tanti registi nei decenni successivi.
La storia di questo film passa soprattutto attraverso le perdite, le scoperte, i restauri, gli adattamenti e la difficile fase di realizzazione. La versione originale del film, quella, cioè, della premiere mondiale a Berlino del 1927, dura più di due ore. Per più di ottant’anni questa è stata creduta perduta a causa del conflitto mondiale, ma nel 2008 il ritrovamento di una bobina a Buenos Aires ci ha restituito gran parte del materiale. Un recupero che è stato lungo e faticoso. Adesso, come tutti i più grandi classici dell’arte, è di pubblico dominio, come un’opera di Mozart o una tragedia di William Shakespeare.
Metropolis ha rivoluzionato ed influenzato la Settima Arte non solo per lo stile e l’estetica, specialmente nel world-building architettonico, ma anche per le tecniche di messa in scena (che portarono avanti le sperimentazioni del montaggio, della tridimensionalità e della profondità di campo). Inoltre seppe parlare di società; di ribellione, delle divisioni e delle lotte fra classi e dello sfruttamento, ma anche del malcontento orchestrato e aizzato per diabolici tornaconto arrivando ad interrogarsi se ancora possa esserci spazio per l’amore e cosa sia rimasto dell’umanità.
Insomma, la visione che questo film ci offre sugli anni ’20 è quello di un fuori dal classico cliché. Perchè, se è vero che il jazz, l’arte, rappresentano una parte importante dei quegli anni, è altrettanto vero che le sue ombre sono state raccontate in misura minore. In questo film, Lang presentò per la prima volta i fondamenti scientifici dei viaggi spaziali su razzi, servendosi anche della consulenza di antesignani della missilistica.
Nei decenni a seguire, il futuro immaginato dal regista si è concretizzato nel divario di ricchezza tra la popolazione, ma anche nella tecnologia e nelle crisi energetiche che piegano da sempre i più poveri