//MATURITÀ: LA DISPERAZIONE DEGLI STUDENTI DEL MENEGHINI

MATURITÀ: LA DISPERAZIONE DEGLI STUDENTI DEL MENEGHINI

di | 2020-05-28T23:50:52+02:00 28-5-2020 23:50|Alboscuole|0 Commenti
Di Maddalena Della Moretta La maturità quest’anno, si sa, è un casino. Tra ministri che non si sa bene cosa facciano, bozze del decreto, proposte di scioperi, il MIUR che non sa più che pesci pigliare, la ministra Azzolina che blocca sui social le pagine di “Scuolazoo” e simili, i vari studenti sono disperati. Abbiamo intervistato brevemente alcuni maturandi che ci hanno espresso le loro ansie, i loro dubbi, le loro paure e il loro modo di affrontare la situazione. La prima domanda è stata: stai studiando? Alcuni ci hanno confessato che Netflix è parte integrante della loro routine di studio, altri invece che non sanno più neanche il significato di questa parola. Altri ancora dicono di aver assunto delle dosi massicce di Netflix in precedenza e che ora si stanno pentendo amaramente di aver temporeggiato nelle scorse settimane. La paura e l’agitazione sono alle stelle per molti, anche se alcuni dicono che, anche se con un voto basso, in qualche modo riusciranno a portare a termine l’anno e confessano amaramente che questa idea è stata fornita, purtroppo, dai professori stessi. Molti dicono anche di voler insultare parecchio chiunque gli dica “ma sì, ma non preoccuparti, quest’anno è ancora più facile!” La preoccupazione più grande è principalmente dovuta alle modalità d’esame, che tutt’ora non sono chiarissime. Una tesina? Un elaborato? Un argomento a piacere? Non si sa. Si sa per certo però che gli studenti non ne possono più di fare mille presentazioni e ricerche per le varie materie, cercando di fare i fantomatici collegamenti per poi scoprire che è tutto da buttare. Uno dei pochi dati certi è la commissione, che sarà composta di soli docenti interni, quindi i professori della classe, con il presidente esterno. In realtà questo non rassicura particolarmente alcuni, che hanno paura che l’antipatia che il professore nutre nei loro confronti li possa penalizzare anche alla maturità. Altri invece confidano nella clemenza della commissione interna, che, avendoli visti per tutti e 5 gli anni, terrà conto del lavoro svolto anche all’esterno della sede d’esame. Anche il fatto che non è sicuro che il colloquio si possa svolgere in presenza porta molta agitazione e sconforto. Mascherina sì o no? 2 metri di distanza? E se il professore di matematica vuole sottopormi uno studio di funzione devo igienizzare il foglio prima di guardarlo? Quanto ai professori, spesso sono più confusi degli alunni; sovente forniscono indicazioni che smentiscono il giorno dopo o che contraddicono palesemente quelle dei colleghi (ad esempio: l’insegnante X dice di fare la mappa con tutte le materie, l’insegnante Y dice di collegare solo le materie di indirizzo mentre l’insegnante Z dice di prepararsi un argomento a piacere per ogni materia, che non deve per forza collegarsi agli altri). Si riscontra il fatto che alcuni professori abbiano iniziato a spiegare a raffica: “approfittano della quarantena perché non abbiamo nient’altro da fare – racconta un maturando – addirittura con ritmi più serrati di quando eravamo in classe, caricandoci di lavoro” “Le difficoltà tecniche non sono assolutamente da trascurare, così come la voglia di studiare, che è ampiamente carente. Non abbiamo voglia di vestirci, figuriamoci di aprire un libro” confessa un altro. Un altro ancora dice che “è difficile conciliare scuola e famiglia. Personalmente ho sempre visto i due ambienti come molto diversi e ben distinti, ora che mi trovo a dover fare tutto assieme mi risulta molto difficile studiare come si deve” e, aggiunge: “sono una persona che ama organizzarsi per bene. Ora, oltre che trovarmi tutto totalmente stravolto (orari, modalità, spazi e tipo di lavoro), non posso neanche stendere una scaletta di argomenti da ripassare o progettare un’attività. Non sono per niente abituato a lavorare così e si perde quella poca voglia di studiare che si può trovare nell’ambiente domestico!” Altri azzardano addirittura dichiarazioni del tipo: “non pensavo l’avrei mai detto, ma mi mancano i miei compagni, i professori, la scuola, tutto. Magari questa maturità sarà più facile rispetto a quelle degli anni scorsi, ma noi non abbiamo avuto il tempo fisico e materiale per renderci conto di cosa stiamo per affrontare” I racconti di tutti convergono in un’unica direzione, cioè che la maggior parte dei loro professori si mostra molto disponibile e comprensiva, rispiegando e chiarendo argomenti in caso di dubbi e incertezze e facendosi in quattro per rendere questa maturità meno ostica. Anche qui però i dubbi la fanno da padrone, tanto da richiedere fare un confronto tra studenti e professori sulla bozza del decreto stesso, come se fosse un’analisi del testo. La tensione di molti è palpabile, così come è palpabile anche la quantità di improperi che sono stati rivolti nei confronti della pessima gestione della situazione. “Non chiedevo di annullare la maturità a marzo, quando ci hanno chiusi tutti in casa, ci aspettavamo tutti delle indicazioni chiare e ben definite. Ora invece, più i giorni passano, meno la situazione è chiara e la paura aumenta” dicono molti, sentendosi fortemente penalizzati dalla situazione; altri invece si sentono parecchio presi in giro. Si parla addirittura di scioperi (che poi si tratterebbe di manifestazioni, ma la parola sciopero suona sempre molto rivoluzionaria) per annullare la maturità, data la scarsità di informazioni e direttive dal ministero. Certo, manifestare con le misure di sicurezza attive e un po’ di quarantena è abbastanza difficile, saltare qualche videolezione potrebbe smuovere qualche professore, ma nulla di più. Probabilmente però non basterebbe andare sotto casa della ministra Azzolina con torce e forconi, o uova guaste e dizionari, per far annullare la maturità. Qualcuno di molto tradizionalista arriva persino a dire che, se la situazione fosse stata gestita in modo più efficiente fin da subito, sarebbe anche stato disposto a sostenere un esame completo, comprensivo di prove scritte, purché le tracce non fossero ministeriali ma preparate dai docenti di classe e calibrate sugli argomenti svolti. Probabilmente qualsiasi maturando avrebbe preferito sostenere l’esame facendo tornare la terza prova, se solo gli fosse stato detto per tempo. Alcuni si preoccupano di quanto questa maturità influirà sul loro futuro; un nostro intervistato confessa: “non vorrei che un domani mi si etichetti negativamente perché ho preso la maturità “in versione facilitata” nell’anno del COVID-19” Fare la maturità in queste condizioni sarà difficile, senza il calore dei compagni, senza l’aiuto dei professori che capiscono al volo cosa si sa e cosa no. Per qualcuno, tuttavia, come ci è stato riferito: “Indubbiamente sarà un’esperienza che ricorderò per tutta la vita e che potrò raccontare a figli, nipoti e pronipoti” Noi della redazione del giornalino auguriamo un grandissimo in bocca al lupo a tutti i maturandi. Che Antonello Venditti vi protegga! https://www.youtube.com/watch?v=KwPG6HvY9PQ