//#MajoranaPentameron 2B- Maschere, ironia, umorismo

#MajoranaPentameron 2B- Maschere, ironia, umorismo

di | 2020-03-19T06:45:08+01:00 11-3-2020 19:10|Alboscuole|0 Commenti
Di Laura Morrone-2B- Imparerai, a tue spese, che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti   Noi crediamo di essere “forme stabili” (personalità definite): in realtà tutto  ciò è solo una maschera dietro cui sta la nostra vera vita, fondata sull’inconscio, cioè sull’istinto e sugli impulsi  contraddittori. Era questo il pensiero di Luigi Pirandello, un intellettuale siciliano, che ci ha trasmesso la percezione di una realtà come illusione, come insignificanza dell’esistenza umana, come forma impossibile di una verità delle cose. Egli nacque ad Agrigento nel 1867, da una famiglia dell’agiata borghesia, proprietaria di una miniera di zolfo. Nel 1903 una frana con allagamento distrusse la miniera di zolfo nella quale erano stati investiti sia i capitali di suo padre che la dote di sua moglie, la quale, già sofferente di nervi, si ammalò gravemente, cominciando a manifestare i primi segni di uno squilibrio psichico che la condurrà poi in manicomio. Pirandello reagì a questa situazione conducendo a Roma una vita ritirata e lavorando intensamente. Le sue opere passarono quasi inosservate. La celebrità gli giunse soltanto in età matura, quando, a partire dal 1916, si rivolse quasi interamente al teatro. Le sue commedie, talvolta accolte con dissensi clamorosi, si imposero al pubblico soprattutto dopo la fine della prima guerra mondiale. ‘Il fu Mattia Pascal’ è l’opera più nota dell’autore, che racconta di un desiderio che in fondo abbiamo avuto tutti nella vita: cancellare l’esistenza attuale per crearne  una parallela in cui ci convinciamo di poter vivere come vogliamo, rendendoci poi conto di essere due volte prigionieri. La storia racconta,  con un lunghissimo flashback, di un  protagonista,  proveniente da una famiglia benestante, il cui più grande desiderio è quello di poter rivoluzionare la sua vita, soprattutto in seguito a delle disgrazie familiari, per cui decide di scappare, ma la vera sfida inizia proprio lì, perché provando ad avere una nuova identità, inizia a riscontrare i primi problemi tra realtà e fantasia, fino a sentirsi costretto a tornare indietro, nel suo paese, nella sua vecchia casa, dove però si ritroverà ad affrontare delle delusioni. Ma qual è stato l’obiettivo che l’autore ha voluto raggiungere nell’immedesimarsi in questo succedersi di continue trasformazioni? Egli voleva diffondere l’immagine  di una realtà in cui non non ci si può dimenticare del passato; ognuno  di noi ha un ruolo e nessuno può sfuggirne, perché qualsiasi cosa lo ricongiungerà sempre ad esso. Agli estremi del relativismo,  un altro romanzo molto interessante di Luigi Pirandello è “Uno, nessuno e centomila”, che ha avuto una stesura abbastanza lunga e complessa. Vitangelo Moscarda,, protagonista che riflette la ricerca dell’identità, simboleggia qualcosa di diverso rispetto alla normalità dell’uomo,che va a confondersi con la natura. Il romanzo è suddiviso in 8 capitoli. Nel primo capitolo l’uomo  innesca una serie di riflessioni e di considerazioni, in seguito ad un suo difetto fattogli notare dalla moglie, difetto di cui non si era mai reso conto  e che porterà l’autore a distruggere quelle immagini di sé che si era creato. A questo punto  realizza di aver vissuto 28 anni senza mai riflettere sulla sua vita; allora comincia a vedersi vivere e, solitamente, quando qualcuno inzia a vedersi vivere, smette di vivere, caratteristica tipica del personaggio pirandelliano. Si rende conto di non sentirsi più quell’uno che credeva di essere  (così si ha la disgregazione dell’oggettività) e inizia a preoccuparsi di come egli appaia agli occhi del resto del mondo. Per non apparire tragico, Pirandello spesso, nelle sue opere, ha usato l’illusione dell’ironia, dell’umorismo, con cui far credere di poter sopportare tutte le assurdità del vivere quotidiano. Il cosiddetto “sentimento del contrario”, usato in tutta la sua produzione, ha un carattere funzionale all’esaltazione dell’ironia; viene usato per attenuare le vere  contraddizioni sociali. Pirandello, quindi, ha saputo teorizzare la follia restando lucido fino alla fine, perché aveva capito che poteva giocare su questo argomento realizzando una notevole fortuna.