di Guido De Fusco – 3^C –
Marc Bloch ha dedicato grande interesse e attenzione al fenomeno delle false notizie che si propagavano tra i soldati durante i periodi di guerra, individuandone, in particolare, il fulcro e i congegni di diffusione. Nel saggio “
Riflessioni di uno storico sulle false notizie della guerra” egli affronta proprio questa problematica. Le false notizie, in tutte le loro forme – dicerie mondane, racconti elaborati e leggende – fanno parte, da sempre, della vita umana. Quando lo storico entra in contatto con l’errore (la falsa notizia, in questo caso) lo percepisce come un elemento estraneo che cerca di eliminare con tutta la precisione delle sue capacità logiche. Lo considera, inoltre, come un argomento di studio su cui vigilare per comprendere il funzionamento delle azioni umane. Sulle false notizie, la storiografia precedente non ci ha dato luminose informazioni. I nostri predecessori non nutrivano notevole interesse per questo tipo di problemi. Una volta riconosciuto l’errore non si preoccupavano della sua evoluzione, mostrando negazionismo e indifferenza nei confronti di un “corpo” che avrebbe potuto rispondere a domande e problemi tipici del mondo sociale. Dunque, molti studiosi sono giunti alla conclusione che per capire il principio e lo sviluppo delle false notizie bisogna consultare gli esperimenti condotti dagli psicologi. Lo storico francese, però, non è pienamente d’accordo. Egli afferma che negli esperimenti degli psicologi la falsa notizia non raggiunge quell’enorme pienezza che può avere solo passando in un’infinità di bocche e con il trascorrere di parecchio tempo. Inoltre l’errore, per propagarsi, deve trovare nella società un terreno fertile su cui crescere e dove gli uomini possono esprimere le proprie emozioni e i propri pensieri. È sorprendente come la tesi di Bloch rivesta un’enorme attualità sulle false notizie, che oggi chiamiamo fake news. Oggi, grazie ai social media, esse possono diffondersi e ingrandirsi in pochissimi secondi. Navigando su Internet, possiamo imbatterci in un’enorme quantità di fake news. Per distinguere realtà e finzione dobbiamo basarci sulle nostre conoscenze e valutare l’attendibilità e notizia. È pur vero, però, che le fake news non son sempre delle notizie da evitare, poiché possono nascondere importanti verità e svelare aspetti riguardanti il pensiero collettivo che non bisogna sottovalutare. Essi ci aiutano a capire come si forma e si evolve l’opinione pubblica.
Marc Léopold Benjamin Bloch (6 Luglio 1886 – 16 Giugno 1944) fu uno storico francese, fondatore della Scuola dell’ École des Annales. |
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Nato a Lione, figlio di un professore di storia antica, Gustave Bloch, Marc studiò all’ École Normale Supérieure e al Foundation Thiers a Parigi, poi a Berlino e a Lipsia. Fu fante durante la Grande Guerra e fu premiato con la Legion d’Onore. Dopo la guerra, frequentò l’università a Strasburgo; nel 1936 successe a Henri Hauser alla cattedra di storia economica alla Sorbona. Una parte dell’Università di Strasburgo è ora intitolata a lui. |
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Bloch è un punto di riferimento per uno storico dell’Europa contemporanea, una figura che visse in tempi tumultuosi, dall’affare Dreyfus all’Olocausto, attraverso due guerre mondiali e l’occupazione nazista. È ricordato come uno degli storici più brillanti di questo secolo; fu insegnante e co-fondatore degli Annales, fu anche patriota ed ebreo, combattente e capo della Resistenza. Durante l’occupazione tedesca della Francia, per la sua militanza nella Resistenza francese, dopo un periodo di prigionia durato qualche mese (durante il quale fu sottoposto a torture), fu fucilato presso Lione dalla Gestapo, gridando: «Vive la France!»davanti al plotone di esecuzione. |
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