Dopo numerose manifestazioni di protesta e duri scontri in piazza, (tra cui il massacro di Sharpeville in cui 69 neri vennero uccisi dalla polizia), nel 1960 il governo razzista sudafricano del National Party, che aveva stabilito per legge l’apartheid, mise fuori legge l’African National Congress (ANC), il partito di Mandela. Questi entrò quindi in clandestinità e abbandonò la lotta non violenta, appoggiando una campagna di attentati e sabotaggi.
Nel 1962 Nelson Mandela venne arrestato e dovette trascorrere 27 anni in carcere e, solo dopo le insistenti pressioni della comunità internazionale, l’11 febbraio 1990, su ordine del Presidente sudafricano Frederik de Klerk, venne liberato.
Nel 1993, invece, vinse il premio Nobel per la pace , con lo stesso De Klerk, . L’anno successivo, nelle prime elezioni multirazziali del Sudafrica, venne eletto presidente e rimase in carica fino al 1999, anno in cui non si ricandidò, ma continuò il suo impegno per i diritti civili.
Il Presidente nero diventò così la bandiera di un’intera nazione, la nazione arcobaleno. Nel 2004, a 85 anni, si ritirò definitivamente a vita privata.
L’impegno di Mandela per il suo Paese e per l’Africa fu rivolto anche alla lotta contro l’AIDS, come dimostrano il suo grande attivismo presso organizzazioni internazionali e la sua partecipazione a conferenze, tese fare il punto della situazione e a stimolare una soluzione a tale temibile morbo.
Dall’ 8 Giugno 2013, giorno in cui fu ricoverato per un’infezione polmonare, fino alla data di morte, Mandela passò i giorni nella sua casa vicino a Johannesburg con i familiari. Dopo tante battaglie, Nelson Mandela scomparve il 5 Dicembre 2013, all’età di 95 anni, lasciando tre mogli e tre figli (altri tre se ne erano già andati) e un vuoto enorme nella storia. «Non posso immaginare la mia vita senza il suo esempio», commentò l’allora presidente americano, Barack Obama.
L’ex presidente sudafricano Nelson Mandela, scrisse su La Stampa Gianni Riotta, amava raccontare agli amici questa storiella: «Quando morirò, mi presenterò alle porte del Paradiso e l’Angelo mi chiederà “Lei chi è?” Io risponderò, usando il mio nome tribale, “Madiba”. “E da dove viene?” insisterà l’Angelo, ed io “Dal Sudafrica”. L’Angelo mi guarderà: “Ah, lei è quel Madiba. Credo debba accomodarsi ai Cancelli infuocati, là sotto”». Scherzosa autocondanna all’inferno.
In un suo libro autobiografico, “Lungo Cammino Verso La Libertà”, Nelson Mandela scrive “non c’è nessuna strada facile per la libertà”, a indicare che egli ha combattuto per tutta la vita, pagando un prezzo altissimo, affinché la libertà e la fine della segregazione razziale per lui e per tutte le persone di colore, divenissero realtà.