//Mal di scuola. Gli studenti italiani sono tra i più stressati e depressi d’Europa. di Mirjana Caredda 2A (Linguistico-tedesco)

Mal di scuola. Gli studenti italiani sono tra i più stressati e depressi d’Europa. di Mirjana Caredda 2A (Linguistico-tedesco)

di | 2023-03-11T09:21:02+01:00 11-3-2023 9:21|Alboscuole|0 Commenti
La salute mentale è uno stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali. Quando si parla di salute mentale, tuttavia, è difficile saperne le cause in modo specifico, dato che i disturbi sono diversi tra loro e hanno a che fare con caratteristiche e vissuti personali, con elementi genetici e ambientali che andrebbero analizzati singolarmente. Eppure, dal momento che il fenomeno ha assunto carattere strutturale, riflettere sulla qualità della vita degli studenti italiani può aiutare a individuare tutti quegli elementi socio-culturali che potrebbero influire negativamente sulla salute mentale dei giovani. La scuola dovrebbe essere un luogo dove non solo si imparano nuove nozioni, ma in cui ci si forma come persone e si socializza facendo nuove esperienze. Eppure, per molti studenti, in particolare quelli italiani, la scuola rappresenta anche una forte fonte di stress. Gli studenti italiani sono tra i più stressati e depressi d’Europa. Sono più della metà gli studenti italiani che dichiarano di essere nervosi mentre studiano. Inoltre, in Italia, con 50 ore a settimana, c’è un carico di studio più gravoso. Nervosismo e stress producono scarso interesse per la scuola, con un impatto disastroso anche a livello sociale. Le conseguenze sono infatti disagio psicologico e dispersione scolastica. Per fare fronte ai grossi danni subiti da bambini e ragazzi negli ultimi due anni, sono venute alla luce alcune proposte.
  • Estendere l’obbligo scolastico dalla fascia dai 6 ai 16 anni a quella dai 3 ai 18 anni. Ciò permetterebbe di ridurre il fenomeno dei ragazzi Neet, acronimo di Not in Education, Employment or Training, cioè che non studiano e non lavorano.
  • La seconda proposta riguarda la modifica del calendario scolastico. Anzitutto si potrebbero ridurre da tre a due i mesi delle vacanze estive, dunque solo luglio e agosto, inserendo più vacanze durante l’anno, distribuite in maniera omogenea e bilanciata. Questo favorirebbe la continuità didattica e relazionale, prevenendo la dispersione scolastica, ma anche la perdita di competenze da un anno scolastico all’altro.
  • La terza proposta infine sarebbe quella di creare una nuova figura di riferimento negli istituti scolastici. Si tratta del dirigente del tempo extra scuola, incaricato di potenziare e coordinare l’offerta formativa e l’organizzazione delle attività curricolari in collaborazione con il terzo settore.