La città di Napoli è stata nel tempo il palcoscenico di tanti uomini e donne che si dedicavano alla pratica di mestieri molto particolari che ormai oggi non esistono più, ma che restano vivi nella memoria della generazione dei nostri padri e dei nostri nonni.
Uno di questi mestieri, che non viene più praticato da anni ma che molti ancora ricordano, è “o’ materazzaro” o ” ‘o cardalana”.
‘O cardalana era colui che, attraverso l’uso di uno strumento chiamato “lo scardasse”, aveva il compito di mettere a posto l’imbottitura di lana presente nei cuscini e nei materassi per renderli più soffici e confortevoli. Questo speciale strumento composto da due parti chiodate, una fissa e un’altra mobile, veniva usato per allargare la lana lavata e fatta asciugare.
‘O cardalana non aveva una sua bottega ma lavorava a domicilio e veniva chiamato per i suoi interventi, che a volte venivano eseguiti direttamente nelle case, a volte in strada, perchè questo processo di lavorazione della lana,produceva una polvere talmente fitta da rendere l’aria della casa davvero irrespirabile.
Ricorrevano al Cardalana le famiglie più benestanti napoletane, che potevano pagare le prestazioni artigiane. Le famiglie invece che vivevano in condizioni più umili, non potendo pagare ‘o cardalana, facevano tutto da sé, e sia gli adulti che i bambini avevano il compito di stendere e allargare la lana interamente con le mani, perchè quando le risorse materiali mancano per i napoletani c’è sempre l’arte di arrangiarsi.
Questo mestiere è andato via via scomparendo da quando la politica dell’”usa e getta” ha iniziato a radicarsi nelle nostre usanze. Se infatti in passato i materassi, la mobilia, lo stesso corredo andavano curati in un certo modo, oggi, se un materasso si lacera, si pensa subito ad acquistarne un altro.