Di Sofia Di Tano-2^B
Tra gli antichi mestieri napoletani più caratteristici e bizzarri, alcuni dei quali sono sopravvissuti nel corso degli anni, mentre altri sono scomparsi, troviamo quello della “sciantosa”.
Il termine sciantosa a Napoli derivò dal termine francese chanteuse, cioè cantante. Il lavoro della sciantosa,non a caso denominata anche “artista dei Caffè-chantant parigini”, era legato al mondo dell’arte e del teatro nel periodo a cavallo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Solitamente le artiste si esibivano in piccoli locali con canzoni popolari, cercando di catturare l’attenzione degli spettatori parlando con accento straniero. Una particolarità delle sciantose più benestanti era quella di servirsi dei “claquer”, cioè un gruppo di persone che applaudivano ed esultavano alla fine di ogni performance.
Il primo teatro napoletano all’interno del quale si diffuse il fenomeno delle sciantose fu il “Salone Margherita”, tra le sciantose più famose le quali si esibirono all’interno di questo teatro ricordiamo Anna Fougez e Elvira Donnarumma, ma anche Gilda Mignonette, Olimpia D’Avigny e Yvonne De Fleuriel.
Oggi il termine sciantosa indica una donna vanitosa e con un bell’aspetto ma talvolta anche una donna di facili costumi.