Gli Aztechi furono un popolo molto potente che dominò per secoli quello che oggi è il Messico, nell’America Centrale; il nome stesso “Messico” deriva dall’appellativo <Mexica> con cui gli Aztechi solevano chiamarsi tra loro.
Gli Aztechi erano originariamente un popolo nomade proveniente dalle regione settentrionali che si stanziò attorno al XII secolo in America Centrale e si mischiò con le tribù locali.
La capitale azteca era Tenochtitlàn, una specie di “Venezia” in mezzo alla giungla, poiché sorgeva in mezzo al lago Texoco ed era attraversata da canali e fiumiciattoli melmosi.
La religione degli Aztechi si concentrava nel culto di Quetzalcoatl, il Serpente Piumato creatore dell’umanità che un giorno sarebbe ritornato sulla Terra. questo popolo coltivava anche una concezione piuttosto “catastrofica” della realtà, poiché pensavano che ogni era fosse fatta da 52 anni, eche, allo scadere di essi, il mondo venisse ciclicamente distrutto e poi ricreato dal nulla. A parte ciò e nonostante soldati e governanti spietati, gli Aztechi sapevano divertirsi! Ad esempio amavano lo sport e praticavano una sorta gioco a palla, a metà tra il calcio, la pallavolo e il basket, chiamato pelota. Si trattava di una competizione tra due squadre che, passandosi una piccola palla di gomma, dovevano lanciarla attraverso un anello ai lati del campo. Non è chiaro con quali parti del corpo fosse permesso toccare il pallone (si pensa alle anche!), ma sappiamo che questo gioco era molto importante per gli Aztechi, tanto che la squadra perdente rischiava spesso di fare una brutta fine.
Secondo Diego Duran “ogni volta in cui i nobili aztechi giocavano, essi scommettevano gioielli, schiavi, pietre preziose, mantelli e vesti da guerra e abiti femminili”. Anche gli spettatori scommettevano, arrivando a mettere in palio perfino mogli e figli.
Gli Aztechi inoltre erano dediti alla composizione di poesie e canzoni
Codex Boturini
La storia della peregrinazione del popolo Azteco è narrata in un curioso documento che fu redatto nel XVI secolo. Un discendente di questa antica civiltà disegnò su un papiro fatto con foglie di banano l’epopea della sua gente. Nel primo foglio, dei ventidue che compongono il Codex Boturini, questo il nome del documento, si vede un’immagine piuttosto chiara.
I protagonisti del codice salpano da un’isola circondata dalle acque su delle imbarcazioni. L’isola dal nome di Aztlán è una terra mitica sulla quale sono state fatte molte ipotesi, nessuna suffragata da prove certe. Anche l’etimologia del nome Aztlán, da cui deriva quello di Aztechi, resta oscura. Forse vi si può rintracciare come radice il termine “atl“, che nelle antiche lingue mesoamericane vuol dire “acqua”
Il Codex Boturini si interrompe in modo brusco, a pagina 22. Nessuno sa perché il redattore non abbia portato a termine la sua narrazione.
Il mistero continua…