Di Federica Di Meo-2^B
Sono tantissime le credenze fantastiche e misteriose, le superstizioni, che si tramandano di padre in figlio nei villaggi africani. |
Gli Zulù, ossia “gente del cielo”, appartengono alla più ampia nazione Ngoni; oggi si trovano nell’area della provincia di KwaZulu-Natal in Sudafrica. Parlano lo isiZulu, una lingua bantu. |
Le ragioni della presenza degli Zulù in questa parte dell’Africa si collega alle mire espansionistiche del re Shaka, figlio di un sovrano, che divenne uno dei capi dell’esercito alla morte del padre. Nel 1800 gli Zulù, sotto la guida del loro re, arrivarono a dominare parte del Sudafrica. Questo popolo mantenne a lungo la propria indipendenza, sino alla definitiva resa alle truppe britanniche. Ancora oggi gli Zulù, in onore e ricordo del re Shaka e delle sue conquiste, celebrano ogni anno il Shaka Day. |
Oggi sono il gruppo etnico più consistente del Paese e godono degli stessi diritti degli altri cittadini sudafricani. Nei loro villaggi gli Zulù vivono in tradizionali capanne ad alveare, disposte circolarmente in stanziamenti detti kraal. Questi casotti sono spesso circondati da una protezione di rami e tronchi. |
Gli Zulù praticano la poligamia e hanno una religione animistica e un forte culto degli antenati. Gli spiriti familiari possono intervenire nella vita di ognuno, cancellando le malattie e i dolori, oppure infliggendo punizioni: a loro ci si rivolge con l’aiuto degli indovini e del Sangoma, una figura mistica, in genere una donna, legata alla medicina tradizionale e alla superstizione popolare. Profonda conoscitrice dell’animo umano e molto rispettata dalle comunità, il Sangoma legge il passato e il presente, comunica con gli spiriti, usando radici, erbe, cortecce, pelli di serpente. |
La magia e lo spiritismo sono presenti nella vita quotidiana, accanto alla religione “ufficiale” e proprio per questo motivo un posto importante occupa Tikoloshe, uno spirito d’ acqua simile a uno zombie nano. Alcuni dicono abbia il potere dell’invisibilità se ha nella bocca un sassolino magico oppure se beve acqua. I tikoshi sono chiamati da persone maligne a causare problemi agli altri, si “generano” quando qualcuno muore in circostanze drammatiche e violente o comunque non naturali. Un tikoloshe può essere usato per spaventare i bambini, può anche causare malattie o addirittura la morte della vittima. La creatura potrebbe essere bandita da un pastore con una chiamata apostolica, che ha il potere di espellerlo dalla zona. |
Descritto solitamente come di colore marrone, nano e peloso, è virtualmente identico, nelle abitudini e nell’apparenza, al brownie di folclore europeo. Il Tikoloshe si dice parli balbettando. È solitamente nudo, ma a volte porta un mantello. E’ ghiotto di latte, per questo spesso si aggira nei pressi dei recinti del bestiame per rubare il latte delle mucche. Secondo le credenze popolari, il Tikoloshe può essere combattuto ed annientato da un medico esperto in medicina tradizionale. Gli “shamani” producono, secondo la tradizione, una sostanza magica “estratta dal corpo di un Tikoloshe ormai privo di vita”. Spruzzando la sostanza all’entrata del recinto del bestiame, lo stregone può intrappolare e paralizzare il Tikolosh. Esso diventa visibile e può essere quindi ucciso. |
L’avvento del fantasma Tikoloshe nel folklore sudafricano indigeno valeva a spiegare perché le persone inspiegabilmente morivano mentre dormivano nei loro rondavel di notte. Tradizionalmente, questi africani dormivano per terra su stuoie di erba intorno a un fuoco di legna che li teneva al caldo ma li uccideva spesso con le esalazioni di anidride carbonica. Tikoloshe era un ometto piccolo. Solo chi dormiva sollevato si poteva salvare da lui. |
Il peloso gnomo poteva nella notte compiere qualunque abuso. Questa creatura mostruosa nasceva da resti umani. Tra le forme che poteva assumere vi era quella di un orso o quella di un piccolo umanoide. Il Tikoloshe viveva a prezzo di un’altra vita. |
Secondo la leggenda, l’unico modo per tenere lontani i Tikoloshe di notte è mettere un mattone sotto ogni gamba del letto. |