di Mattia Marciano IIB
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
All’interno dell’articolo 11 della Costituzione Italiana si afferma che il nostro Paese rifiuta la guerra come strumento di offesa nei confronti degli altri Paesi, o come mezzo per risolvere le controversie, quindi non consente che si possa attaccare un altro popolo. Non è invece ripudiata la guerra di difesa, ovvero quella intrapresa per respingere l’attacco armato di terzi che metta in pericolo l’esistenza e l’indipendenza dell’Italia. È proprio la legittima difesa dello Stato a giustificare la presenza dell’esercito. La nostra Costituzione consente infatti al nostro esercito di intervenire allo scopo di proteggere la pace, in situazioni che necessitano questo intervento anche in campo internazionale. Al rifiuto della guerra si associa quindi la disponibilità a limitare la propria sovranità, cioè il proprio autogoverno, a favore di organizzazioni internazionali che promuovano la pace, come l’ Organizzazione delle Nazioni Unite. L’elaborazione della nostra Costituzione è avvenuta nel difficilissimo periodo del dopoguerra e della ricostruzione, quando bisognava risollevare il Paese sia materialmente che moralmente. La Carta costituzionale doveva permettere all’Italia di partecipare alla creazione di un ordinamento mondiale più giusto rispetto al passato, fondato sul valore fondamentale della democrazia. L’articolo 11, quindi, fu scritto e pensato anche per consentire l’adesione dell’Italia all’ONU, che richiedeva, come condizione essenziale, che lo Stato si dichiarasse amante della pace. Inoltre questo articolo si configurò come fondamentale anche nel quadro della successiva adesione alla comunità europea (1951).
Da anni l’Italia partecipa con propri contingenti a missioni di pace promosse dall’ONU, il che solleva in genere interrogativi; ma in realtà partecipare a determinate missioni rientra fra gli strumenti per affermare la pace e i diritti umani. Non si tratta quindi di partecipare ad una guerra tesa ad ampliare il territorio italiano, bensì di inviare i propri soldati in missioni internazionali allo scopo di difendere valori ritenuti universali. Precedentemente alla stesura della Costituzione, l’Italia ha preso parte a due guerre mondiali, che nel giro di un ventennio hanno sconvolto l’intera popolazione mondiale. Il ripudio della guerra, quindi, nasce soprattutto dalla volontà di relegare definitivamente al passato il terrore, la morte e la devastazione di tali conflitti, la crudeltà delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki e l’orrore della Shoah.