//#MajoranaDecameron#3^D- L’alimentazione dei Romani

#MajoranaDecameron#3^D- L’alimentazione dei Romani

di | 2020-06-02T19:27:53+02:00 2-6-2020 19:27|Alboscuole|0 Commenti
Di Leonardo Ricciardi-3^D
ALIMENTAZIONE DEI ROMANI  
  Pasti
  I Romani dividevano normalmente la loro alimentazione in tre pasti quotidiani che agli inizi erano chiamati ientaculum, cena, vesperna e, quando quest’ultima sparì, fu sostituita dal prandium. Raramente i romani dedicavano molta attenzione ai primi due pasti che non erano molto nutrienti e, il più delle volte, abolivano uno dei due. Ma andiamoli a vedere più nel dettaglio:
  La colazione  
  La colazione (jentaculum) era molto ricca per un cittadino romano: si consumavano perlopiù gli avanzi della sera precedente, ma poteva essere costituita da pane, miele, formaggio, uova, latte, capperi, focaccette, da acqua e persino da biscotti intinti nel vino.
  Il pranzo (prandium)
  Il pranzo era un pasto molto ridotto, poiché i Romani erano soliti mangiare un boccone dopo il bagno alle terme. A mezzogiorno gli abitanti della città mangiavano in centro in un locale pubblico (in semplici osterie come le popinae o thermopolia; o in locande come le cauponae) o compravano qualche cosa dai venditori ambulanti (uno dei prodotti più venduti era la torta di ceci). Si consumava principalmente un pasto leggero, freddo a base di verdure, uova, pesce e funghi, carni fredde. Inoltre, si insaporivano cibi con il garum, di cui Marziale ci tramanda la ricetta: una salsa liquida a base di pesci sotto sale, specialmente teste di acciughe sotto sale ed erbe aromatiche, simile – ma più aromatica – alle salse orientali di pesce, tipo il Nuoc-mam, che i ricchi usavano a gocce come condimento su svariate pietanze. Del Garum esistevano numerose varianti, a seconda dei pesci o delle interiora usate, o del periodo di maturazione.
  La cena (coena)
  Per tutti il pasto principale era quindi la cena, che molti immaginano, secondo una diffusa leggenda di stampo classico e classicista, come uno sfarzoso banchetto, ma, in realtà, salvo quelli che potremmo considerare come ricevimenti particolari, cioè casi molti rari, era per i più altrettanto frugale come i primi due pasti. In sostanza, la stragrande maggioranza dei Romani mangiava normalmente asu panche e attorno ad un tavolo, come noi. Il pasto serale era anche occasione per accogliere ospiti ed amici. Il banchetto si svolgeva in tre distinti momenti: la Gustatio-, ovvero la fase degli antipasti e stuzzichini, quali uova, verdure ed ostriche, durante la quale si beveva un vino dolcificato con il miele chiamato Mulsulm; Primae mensae- piatti di pesce, carne, verdura, arrosti preparati in modo elaborato- Secundae mensae, dove si consumavano dolci, frutta secca e fresca. Il pasto si consumava coricati su dei triclini che, ovviamente, rendevano il pasto molto scomodo per un patrizio romano in quanto la popolazione più abbiente usava desinare seduta, come solito nei nostri tempi.