//#MajoranaDecameron#3^D-Proverbi e detti del dialetto partenopeo

#MajoranaDecameron#3^D-Proverbi e detti del dialetto partenopeo

di | 2020-04-24T22:21:16+02:00 24-4-2020 20:14|Alboscuole|0 Commenti
Di Carlo La Vecchia-3^D Molti lo considerano solo un dialetto, ma il napoletano è una vera e propria lingua (riconosciuta dall’UNESCO). La cultura linguistica partenopea è difatti molto vasta e racchiude in sé un gran varietà di proverbi ed espressioni divenuti ormai celebri (come per esempioOgni scarrafone è bello ‘a mamma soja), ma in realtà sono tantissimi quelli meno conosciuti da cui si può comunque trarre un insegnamento. Fra i tanti si possono citare:
“A meglio parola è chela ca nun se dice: a volte è meglio restare in silenzio piuttosto che precipitarsi con discorsi avventati (Analogo all’italiano “La parola è d’argento, il silenzio è d’oro”);
A lavà a capa o ciuccio se perde l’acqua e o sapone: parlare con gli ignoranti è solo una perdita di tempo;
Aniello ‘ca nun se pava nun se stima”: si apprezzano molto di più le cose ottenute con il lavoro e la fatica piuttosto che quelle magari solo ricevute in dono;
E solde fanno venì ‘a vista ‘e cecate”: molti sono disposti a tutto per i soldi;
Pazzo chi joca e pazzo chi nun ghioca”: a volte vale la pena rischiare;
A lira fa ‘o ricco, a crianza fa o signore”:non sono le ricchezze a nobilitare l’uomo, ma la cortesia e l’educazione;
Chi nasce afflitto more scunzulato”: se si prende la vita sempre con pessimismo non si sarà mai felici;
Meglio nu ciuccio vivo, ca nu duttore muorto”: è un invito a dare sempre il meglio di se stessi, perché si diventa inutili solo quando si smette di provare.
Alcuni di questi proverbi sono molto antichi, altri più recenti, ma anche oggi si può imparare qualcosa da una tradizione tanto variegata e scandita nel tempo come quella napoletana.