//#MajoranaPentameron-Un amore d’altri tempi-2^B

#MajoranaPentameron-Un amore d’altri tempi-2^B

di | 2020-03-22T18:16:01+01:00 18-3-2020 19:02|Alboscuole|0 Commenti
Di Lara Gulino-2^B Correva l’anno 1956 e Silvana e la sua famiglia occupavano i sedili di un treno diretto a Siracusa per trascorrere le festività natalizie con i nonni. Silvana aveva solo dodici anni, indossava un cappottino blu e cappellino e guanti di un rosso intenso. I suoi lunghi capelli ondulati le ricadevano sulle spalle. Il suo volto era intento a guardare il paesaggio che si scorgeva dal finestrino. La sua attenzione venne distolta da un bel giovane dai capelli  castano chiaro seduto in un sedile leggermente più indietro rispetto a lei. Quest’ultimo non le tolse gli occhi di dosso per l’intero tragitto, tanto da farla arrossire per l’ imbarazzo. I due si separarono alla fermata. Silvana raccontò l’episodio a sua sorella maggiore per poi non riparlarne più. Il tempo trascorse tra scuola e le solite passeggiate finché in  una caldissima sera d’estate , durante una camminata in famiglia, si sentì nuovamente osservata come la prima volta. Si voltò e incrociò lo sguardo del ragazzo del treno, anche lui in giro con un amico. Da quel momento ogni sera i due, come  se si dessero appuntamento, si incontravano lungo la strada principale della città. Ogni scusa era buona come pretesto per scontrarsi ma mai per parlarsi. L’estate giunse al termine e la scuola riaprì ad ottobre. Poiché l’edificio scolastico si trovava lontano, Silvana faceva la strada sempre a piedi e una mattina si imbatté nel ragazzo del treno, ma anche questa volta fu solo un incontro di sfuggita. Questa storia di incontri, in realtà per nulla casuali, durò per ben un anno. Un giorno le due sorelle si recarono alla merceria e finalmente il ragazzo del treno si avvicinò per la prima volta e si presentò come Giuseppe. Da allora la situazione mutò in modo quasi naturale. Ogni giorno, dopo la scuola, il giovane era all’angolo ad aspettarla, per poi accompagnarla a casa e poter parlare durante il tragitto. Una mattina, però, arrivò all’orecchio dei genitori che Silvana  si vedeva con un ragazzo molto più grande di lei e non presero per nulla bene la notizia. Un altro episodio importante accadde nel periodo primaverile. I due stavano serenamente parlando appoggiati ad un albero.  Giuseppe le prese la mano e questa fu la prima volta in cui si sentirono una sorta di vera e propria coppia. I due iniziarono a vedersi sempre con la scusa di andare a comprare qualche libro, e usavano come mezzo di comunicazione,  al posto dei messaggi odierni , un vaso pieno di fiori che Silvana riponeva sul balcone come segnale per avvertire che stava uscendo. Nell’estate seguente i due si organizzarono per incontrarsi in vacanza a Pozzallo, tra mare, gelati e passeggiate. Durante uno di questi pomeriggi scattò anche il loro primo bacio. Da quel momento tutto sembrava andar bene finché, nonostante Giuseppe a soli diciannove anni fosse diplomato e avesse un lavoro, si presentò il momento di partire per la leva militare obbligatoria. Ciò stava a significare che i due si sarebbero dovuti separare e l’unica via di comunicazione risultava essere: scambiarsi lettere. Giuseppe decise di affrontare la famiglia della ragazza per chiedere il permesso di scriverle anche da lontano. Alla fine i genitori, dopo aver preso informazioni su di lui, accettarono la proposta. La partenza verso Torino  avvenne ai primi di novembre e da allora ogni giorno arrivava a casa della ragazza una lettera e la domenica un telegramma. La lontananza era sempre più dura e purtroppo durò cinque lunghi mesi. Una sera di marzo, all’una di notte, Giuseppe fece ritorno, con l’unico pensiero di rivedere la sua amata ancora prima di far ritorno a casa dai suoi genitori. La sosta durò cinque bellissimi giorni in durante i quali Silvana conobbe anche i suoi suoceri. Nei diciotto mesi di servizio militare obbligatorio i due si videro solo un’altra volta. Giuseppe intanto aveva vinto l’unico concorso fatto in ferrovia  e ciò lo convinse a fare la proposta di matrimonio senza avere alcuna esitazione. Dopo ulteriori peripezie i due riuscirono felicemente a sposarsi il 20 aprile 1960, senza separarsi mai più. Dopo le nozze si trasferirono a Bolzano e dopo cinque anni di nuovo in Sicilia. Ogni luogo da loro visitato racchiudeva ricordi, esperienze e pezzi stupendi della loro vita insieme. Negli anni a seguire ebbero due figlie e quattro nipoti. Ancora oggi, a distanza di ben 60 anni, non c’è giorno in cui Giuseppe non porti almeno un fiore di campo alla donna della sua vita.