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#MajoranaDecameron-3^D-Spagnola, asiatica, aviaria, coronavirus:epidemie vecchie e nuove

di | 2020-03-22T20:30:05+01:00 21-3-2020 15:53|Alboscuole|0 Commenti

di Giuseppe Pio Di Benedetto – 3^D –

Le vecchie epidemie e il Coronavirus

Pandemie, epidemie, termini che oggi impariamo a conoscere un po’ meglio grazie anche alla maggiore informazione ma che, soprattutto i meno giovani, hanno già conosciuto durante il corso della loro vita. E, se la pandemia è un’epidemia che si espande molto rapidamente in tutto il mondo, l’epidemia è una malattia infettiva con una ben delimitata diffusione nello spazio e nel tempo, differenze sottili ma determinanti. Sono tre le pandemie influenzali che si sono verificate durante lo scorso secolo, tre nomi che a distanza di anni sono rimasti indelebilmente scolpiti nella memoria collettiva, tre nomi che evocano morte e catastrofi: la spagnola nel 1918, l’asiatica  nel 1957, la spaziale nel 1968 e, adesso, il Coronavirus o Covid 19.

Ai primi del ‘900 fu un’ecatombe

La terribile spagnola, tra il 1918 e il 1919, causò circa 50 milioni di decessi (anche se qualcuno ne ipotizza 100 di milioni), un virus nuovo che uccise, stranamente, soprattutto persone con età inferiore ai 65 anni, poi, fino al 1957 tutto tornò nella norma. La nuova pandemia della fine degli anni ’50 di morti ne causò circa due milioni e fu una malattia influenzale di origine aviaria nata dal virus H2N2, lo stesso che negli anni 1968-1969 causò l’influenza di Hong Kong, pandemia sviluppatasi nell’omonima città, molto simile all’asiatica ma meno letale, che causò perdite stimate tra 750.000 e due milioni di persone. Quest’ultima epidemia è quella che molti ricordano ancora, che solo in Italia provocò circa 20.000 morti e che, allora come adesso, anche se la risonanza mediatica fu certamente inferiore, svuotò le strade e riempì gli ospedali.

Ospedali stracolmi

Sono parole e racconti che richiamano l’attuale momento, quello che nomineremo come il periodo del Coronavirus, quello che alla fine diventerà ricordo ma che è il ripetersi di situazioni già vissute, un’emergenza per cui sono state coniate regole e divieti. Quello che mancava allora erano i cosiddetti “social”, era internet, era l’accanimento nel cercare notizie.

Alcune regole

Due mesi fa guardavamo attoniti quello che succedeva in Cina, adesso lo viviamo sulla nostra pelle. C’è paura e diffidenza e se ti viene da tossire cerchi di farlo lontano da orecchie e occhi indiscreti. Non darsi la mano, non baciarsi, non abbracciarsi, tenere la distanza di almeno un metro dalle altre persone, lavarsi spesso, a lungo e con cura le mani in un modo prestabilito, sono solo alcune delle regole da seguire, semplici ma che stanno modificando le nostre abitudini, misure di prevenzione e di contenimento per questo virus ancora sconosciuto.