di Giuseppe Izzo-3^D- La società romana, fondata sull’autorità del pater familias, era maschilista e la donna viveva in una condizione di minorità continua, prima sotto la tutela del padre, poi sotto quella del marito.Educata ai valori del pudore, della riservatezza e della modestia, in genere, la donna romana andava sposa molto giovane, per lo più a un uomo scelto dalla famiglia.
Il compito principale della matrona era gestire la casa e generare figli, educandoli ai valori del mos maiorum(costume degli antenati). La sua vita si svolgeva principalmente tra le mura domestiche, anche se poteva uscire a fare acquisti e partecipava ai banchetti insieme al marito. Questa era la condizione della donna romana di famiglia aristocratica; diversa,invece, era la condizione della donna plebea, che lavorava come sarta, tessitrice, venditrice e lavandaia. Ancora diversa la condizione della schiava che dipendeva totalmente dal proprio dominus. Con il tempo si affermarono alcune novità giuridiche,ma non riguardo i diritti politici, visto che la donna romana rimase sempre esclusa dalle cariche pubbliche e religiose,ma riguardo i diritti civili. Il matrimonio a Roma,infatti,prevedeva il passaggio della donna sotto l’autorità del marito, ma, con il tempo, si diffuse il matrimonio con il consenso di entrambi i coniugi, con il quale la donna romana non era più in una condizione di minorità.Parallelamente cambiò anche il divorzio: nell’età arcaica era deciso dagli uomini, mentre dal I secolo a.C. divenne sempre più libero e deciso anche dalla donna.Un’altra trasformazione riguardò il diritto ereditario. Le norme che riguardavano le facoltà ereditarie della donna si affermarono poco alla volta e erano di grande importanza, perché la disponibilità di un patrimonio costituiva la base concreta della sua liberazione dal controllo maschile.Le donne divennero,con il passare del tempo, semprepiù colte: i Romani non ritenevano inutile che la donna ricevesse un’istruzione, perché erano convinti che una donna istruita fosse una madre migliore.La donna romana,appartenente a un ceto sociale elevato,riceveva una formazione scolastica. Nel I secolo a.C. vi erano donne della buona società che affermavano la propria indipendenza, la propria libertà sentimentale e sessuale, che manifestavano senza timori la distanza dai modelli della tradizione e le donne che non si conformavano al modello della matrona virtuosa erano raffigurate come immorali e anche pericolose.