Di Rebecca Criscione-3^D
Era il 20 Luglio 1969 quando Neil Armstrong, comandante della missione spaziale Apollo 11, posando il piede sinistro sull’ultimo gradino della scaletta del Modulo di escursione lunare (il Lem), disse al microfono del proprio casco:
That’s one small step for a man, one giant leap for mankind.
(Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità.)
Pur essendo una frase spontanea e non concordata con la Nasa, Armstrong non ha scelto cosa dire lì sul momento, ma si era preparato a casa poco prima di imbarcarsi sull’Apollo 11. Come ha raccontato alla stampa il fratello Dean, infatti, l’idea della frase era arrivata durante una partita a Risiko in famiglia. Neil passò a Dean un bigliettino in cui aveva messo per iscritto l’ipotesi di frase, chiedendo se approvasse o meno la scelta.
Anche Ariosto nell’Orlando furioso descrive un viaggio sulla luna, quello di Astolfo.
Nell’ episodio “Astolfo sulla Luna”, Astolfo è incaricato di salire sulla luna, per recuperare il senno perso da Orlando per amore. Lo stesso San Giovanni, che ha dato questo compito ad Astolfo, lo trasporta sulla luna. Infatti è qui che vengono raccolte tutte le cose perse dagli uomini sulla Terra, beni materiali ma soprattutto morali. Per esempio Astolfo trova le lacrime e i sospiri d’amore, l’ozio, il tempo perso nel gioco, i desideri irrealizzati, i doni fatti con speranza di ricompensa, il denaro dato in beneficenza, la corruzione della Chiesa. Poi Astolfo si rivolge verso le sue esperienze perdute, modificate a tal punto che gli devono essere spiegate da Giovanni. Finalmente Astolfo si trova davanti a un monte dov’è radunato il senno perso dagli uomini, “che mai per esso a Dio voti non ferse”. Esso è racchiuso in ampolle, poiché si trova allo stato gassoso, e su una di queste c’è scritto “Senno d’Orlando”.
Alla fine della strofa LXXIII l’autore elenca le tre cause che possono essere all’origine dello smarrimento di qualcosa: si perde o per nostro difetto, o per colpe di tempo o di Fortuna.
“Il viaggio di Astolfo sulla luna” si colloca entro la tradizione dei viaggi ultraterreni, tradizione che ha il suo momento più illustre nella Divina Commedia dantesca; perciò non ci si deve sorprendere se la principale fonte di questo passo è proprio l’opera dantesca.
Infatti i riferimenti al “viaggio dantesco” sono numerosi anche dal punto di vista strutturale: basti pensare alla figura di San Giovanni che assolve lo stesso compito di guida di Virgilio. Ma è evidente che, rispetto alle possibilità che un tale modello gli offriva, Ariosto punta a obiettivi molto più limitati: raggiunge la Luna, ma a questo solo si limita il suo viaggio; vi si reca, inoltre, per uno scopo dichiaratamente pratico, raggiunto il quale la sua missione è conclusa.