di Noemi Mastrantuono – 3^C –
Il senso di solitudine dilaga per le strade di tutta Italia ma si tratta di un isolamento apparente perché ora come non mai gli italiani sono uniti. Basta passare per le vie della Lombardia fino a quelle di Palermo per vedere che quasi tutti mostrano un senso di solidarietà e responsabilità, dimostrando che nulla può tenerci separati e che non molliamo, fieri di dove siamo nati e dove abitiamo.
Siamo italiani perché affacciandoci al balcone cantiamo il nostro inno, quello di Mameli, e le nostre canzoni così da cercare di sconfiggere la malinconia che regna nei nostri cuori in questo momento. Siamo italiani perché tantissimi rapper hanno partecipato alla challange dei freestyle, tra cui J-ax, Beba, Geolier. Siamo italiani perché milioni di persone hanno fatto video e memes comici per tirarci su di morale nei momenti di sconforto regalandoci una risata.
Siamo italiani perché i calciatori della Juve hanno donato ben 300 mila euro con gli appelli social dei grandi campioni, da Ronaldo a Chiellini, fino allo stesso Rugani, il primo giocatore trovato positivo in serie A. Lorenzo Insigne ha donato 100 mila euro e promosso la raccolta fondi per il reparto di terapia intensiva dell’ospedale Cotugno di Napoli. Ibrahmovic donerà una mascherina all’Humanitas di Rozzano per ogni pacchetto venduto online. Francesco Totti ha donato con Dash 15 macchinari per il monitoraggio dei parametri vitali dei pazienti in terapia intensiva dello Spallanzani. Leonardo Bonucci ha donato 120 mila euro alla città della salute di Torino. Siamo italiani perché Amadori ha lanciato una campagna per raccogliere fondi da destinare al Civile di Brescia e ha raccolto quasi 8 mila euro.
Siamo italiani perché Silvio Berlusconi ha donato 10 milioni di euro per realizzare il reparto di terapia intensiva alla Fiera di Milano. Siamo italiani perché Mario Cavazza, medico in pensione, torna a lavorare per far fronte all’emergenza dichiarando “se ognuno fa la sua parte, ne usciamo tutti”. Siamo italiani perché i medici, a qualunque età, lavorano senza sosta per il benessere del popolo e perché infermieri e medici in pensione possono essere di nuovo “arruolati” negli ospedali di Lombardia, Emilia Romagna e Veneto durante l’emergenza del coronavirus e nessuno ha reclamato anzi tutti sono fieri di poter dare un contributo. Io penso che tutti noi, in un modo o nell’altro, stiamo aiutando il nostro paese e sono fiera di essere italiana .
Siamo italiani perché Chiara Ferragni e Fedez donano 100 mila euro, dando via una raccolta fondi per l’ospedale San Raffaele di Milano, arrivando a raccogliere fino a 4 milioni per costruire un reparto destinato ai malati. Il reparto è stato costruito in soli 12 giorni da operai che hanno lavorato per 24h al giorno.
Sono accadute cose incredibili alla Fiera di Milano durante la costruzione del nuovo reparto di terapia intensiva: dalla sera alla mattina si sono preparati locali dal nulla, con pareti piombate, climatizzati, gas medicinali. Quello che sta succedendo non è normale, è straordinario, grazie a gente incredibile che non si ferma mai e sta facendo miracoli!
Anche il mondo della moda ha dovuto affrontare dei cambiamenti e Calzedonia e Armani producono camici monouso destinati alla protezione degli operatori sanitari, in più quest’ultimo ha donato 2 milioni di euro ed è stato uno dei primi ad attivarsi per evitare il contagio nella prima fase, chiudendo le porte della sua sfilata in piena fashion week milanese. Gucci, Prada, Valentino, su richiesta della regione Toscana, hanno avviato nello stabilimento di Montone la produzione di 110 mascherine.
Stiamo notando che in tutti i campi c’è un supporto economico, dal mondo dell’abbigliamento al mondo delle automobili, come FCA e Ferrari che affiancheranno la Siere Engineering, una delle poche aziende che producono respiratori per aiutare a raddoppiare la produttività.
Ramazzotti ha convertito nel periodo di epidemia la propria produzione, producendo, al posto dell’amaro, disinfettanti, mentre Bulgari è passato dai profumi al gel. Gli chef stellati cucinano per operai e medici negli ospedali come Carlo Cracco e i fratelli Cerea, Chicco e Bobo.
Siamo italiani perché attori, ballerini, cantanti, modelle, presentatori supportano noi tramite tv e social, nonostante abbiano famiglie a cui pensare. Siamo italiani perché i professori, nella didattica a distanza, domandano prima come stiamo e poi fanno lezione, perché i giovani cercano di stare vicino alle persone anziane, perché prima di andare a dormire chiamiamo le persone che amiamo per vedere come stanno. Siamo italiani perché il nord c’è per il sud e il sud c’è per il nord. Siamo italiani perché sull’appello per 500 infermieri volontari, hanno risposto 8000. Siamo italiani perché nonostante tutto amiamo la nostra terra, il nostro paese e la nostra vita e in qualche modo vogliamo recuperare gli errori che finora abbiamo commesso ed aiutare non solo noi stessi ma anche il prossimo.
Siamo italiani perché sono tantissimi gli artisti che hanno usato l’hashtag #iorestoacasa che oggi conta quasi 90.000 condivisioni. Ma non solo. Sono tantissimi, infatti, i messaggi di solidarietà che in questi giorni hanno riempito Instagram, chiedendo di rispettare quanto chiesto dal decreto per limitare l’ulteriore diffusione dal contagio di coronavirus, da Jovanotti a Fiorello, da Sangiorgi a Nek. Siamo italiani perché combattiamo, tutti insieme questa lotta. Ci prendiamo cura degli altri e le nostre responsabilità uscendo con mascherine, guanti e autorizzazione.
Passiamo giornate chiusi in casa a fare videochiamate, chiamate, a guardare film, serie, a studiare, leggere, dormire, mangiare. I bambini fanno striscioni e cartelloni con scritte colorate e felici. Sono felice delle norme che hanno imposto a tutti noi cittadini e a come in gran parte le stiamo rispettando. Abbiamo un’enorme responsabilità, quella di prenderci cura non solo di noi stessi ma di tutti gli altri. Siamo italiani, abbiamo superato la peste, il colera e la spagnola. Supereremo anche questa calamità . Mi ritorna in mente il mondiale 2006 quandi ci abbracciammo tutti e …quando finirà tutto avremmo vinto un altro mondiale.