Nel mondo sono pochi i luoghi in cui la tradizione è rimasta proprio come nell’antichità, riuscendo a sopravvivere alla minaccia del progresso e della civiltà dei nostri tempi.
In particolare, in Africa, nel Kaoland, Namibia settentrionale, si trova la tribù degli Himba, indigeni semi-nomadi che vivono di pastorizia, a stretto contatto con la natura e gli animali.
Gli Himba contano poco più di 25 mila persone, sono monoteisti e adorano il Dio Mukur. Il loro stile di vita è rimasto immutato dal 1920, quando tornarono nelle loro terre dopo la fuga in Angola. Solitamente si spostano a nord della regione del Kaokoland a nord dal fiume Kunene al confine con l’Angola e a sud del fiume Hoanib per seguire le mandrie di bovini.
Le donne Himba hanno pelle e capelli di un colore rossiccio; il segreto di questo strato di colore rosso si chiama “Otjize”, ovvero un impasto di burro, grasso e specialmente ocra rossa.
Le ragazze Himba iniziano ad utilizzare questa sostanza non appena sono in grado di occuparsi da sole della propria igiene.
Questo colore nella loro cultura è, infatti, considerato attraente. Per mantenere morbida la pelle occorre applicare la crema almeno 2 o 3 volte al giorno. |
Le donne di questa tribù sono definite “belle come statue”, proprio perché grazie a questo impasto somigliano a statue di terracotta. |
Altre caratteristiche delle donne Himba sono la forma dei capelli, che oltre ad avere il colore rossiccio sono sistemati in modo tale da indicare lo stato sociale della donna: due trecce rivolte in avanti indicano che la donna è molto giovane, sciolti e intrecciati in diverse trecce sono il segno che la ragazza ha raggiunto la pubertà. Quando poi una donna si sposa aggiunge in testa un ciuffo di antilope il quale viene rivolto verso l’indietro se ella diventa vedova. Per quanto riguarda l’abbigliamento, si indossano solitamente sandali di cuoio, gonnellini di pelle. Il busto è di solito scoperto a parte l’aggiunta di una conchiglia, considerata simbolo del popolo proveniente dai mari dell’Angola. Le donne ricoprono un ruolo importante all’interno della società, non solo perché si occupano dei piccoli, ma anche per l’essenziale lavoro che svolgono. |
Anche per gli uomini i capelli indicano una condizione sociale, infatti i giovani portano i capelli sempre rasati con un solo ciuffo in mezzo alla testa, ciuffo che cresce fino all’età adulta nella quale viene intrecciato all’indietro. Successivamente, raggiunta l’età del matrimonio, l’uomo divide i capelli in due trecce, ma nel momento del matrimonio dovrà coprire il capo con un berretto, che potra’ essere tolto solo in caso di lutto.
A differenza delle donne, gli uomini coprono il loro corpo con un impasto fatto di erbe e di grasso, indossano un gonnellino in pelle e dei sandali, insieme ad una grossa collana di cuoio. In questa società è ben accetta la poligamia, in quanto il primo matrimonio è stabilito dagli anziani, ma sia gli uomini che le donne possono essere coinvolti in altri matrimoni. Secondo una leggenda ad ogni bambino alla nascita è associata una canzone ad indicare il fatto che la data di nascita di un figlio non è il giorno in cui egli viene concepito, né quello in cui egli nasce, ma quello in cui egli è un pensiero della madre. Quando una donna esprime il desiderio di avere un bambino si siede sotto un albero e vi rimane fino a quando non ascolta il canto del bambino. Dopo aver sentito il canto la madre lo insegna al padre del bambino. Dopo il concepimento, la canzone viene insegnata dalla madre a tutte le donne del villaggio in modo tale che il piccolo possa essere accolto con il suo canto nel momento in cui nascerà. La canzone di un bambino non viene cantata solo nel momento della sua nascita ma anche se dovesse commettere un crimine e in punto di morte. |