Negli ultimi giorni si è sentito spesso parlare dell’uragano Milton che ha colpito la parte sud-est dell’America. È stato definito da molti esperti come “il peggiore ad abbattersi in Florida negli ultimi 100 anni” e ha generato diverso panico e terrore oltre agli evidenti e notevoli danni. L’uragano si è formato nei pressi del golfo del Messico, principalmente a causa delle alte temperature presenti nella zona che, nel mese di ottobre toccano ancora i 30 gradi, risalendo poi verso la penisola. L’ha attraversata dalla costa ovest alla costa est, toccando anche le città di Tampa e Orlando, tutto ciò a sole due settimane dal passaggio di un altro uragano che ha preso il nome di Helene. La tempesta ha preoccupato chiunque, portando milioni di persone a evacuare le proprie case nel minor tempo possibile, cosa molto difficile viste le strade stracolme di persone in fuga e di detriti. Molti hanno persino lasciato liberi i propri animali nella speranza che il loro istinto naturale li aiutasse a sopravvivere e che in seguito sarebbero riusciti a ritrovarli. Chi, invece, purtroppo non è riuscito ad allontanarsi è stato spronato dalle autorità a scrivere sul proprio braccio il suo nome, cognome e data di nascita, in modo che, nel peggiore dei casi, se dovessero perdere la vita, si potrebbe identificarne il corpo. La forza che può essere generata da un uragano viene classificata nella cosiddetta “scala di Saffir-Simpson” che va da un minimo di potenza 1 (119-153 km orari) a un massimo di 5 (fino a 252 km orari). La potenza di Milton è rimasta costante al livello 5 fino al raggiungimento della terraferma dove, seppur di poco, si è abbassato raggiungendo il livello 3 e provocando comunque forti venti tra i 178 e i 208 km orari. Milioni di persone si sono ritrovate senza elettricità o casa e a causa delle inondazioni che hanno raggiunto anche i quattro metri d’altezza. La forza dell’uragano Milton è stata tale da formare 19 tornadi. Nonostante la sua potenza l’uragano ha creato meno danni del previsto per quanto riguarda il punto di vista umano, questo soprattutto grazie al fatto che tutti hanno seguito scrupolosamente le direttive date da chi di dovere. Ma i danni provocati agli immobili e ai terreni sono ingenti, si stima infatti che siano necessari circa 50 miliardi di dollari per riparare quanto distrutto dalla forza della natura.