//Luoghi Persone e Santi Angresi (la cittadella della carità)

Luoghi Persone e Santi Angresi (la cittadella della carità)

di | 2018-12-07T10:42:40+01:00 6-12-2018 20:45|Alboscuole|0 Commenti
di Alessandra Caputo (classe 2^E) – Giovedì 22 novembre noi alunni della classe II E della scuola media Galvani/Opromolla, siamo andati, a seguito di invito, a visitare la “Cittadella della Carità in Angri sita in Via Adriana, nei luoghi della più famosa “città dei ragazzi”. Questi luoghi furono fortemente voluti dall’allora parroco di Angri, don Enrico Smaldone, che nel secondo dopoguerra si prodigò per la realizzazione di una casa dove poter accogliere bambini orfani e in difficoltà. Era il 10 luglio del 1949 quando di sua mano impiantò un cartello con su scritto “Qui sorge la città dei ragazzi”, posando così la cosiddetta prima pietra. Sostanzialmente un luogo di accoglienza dove tanti ragazzi di strada trovarono il calore di un ambiente familiare e la possibilità di un riscatto sociale, imparando un mestiere. Oggi con la Cittadella della Carità promossa da Don Silvio Longobardi, a distanza di anni, raccogliendo l’esempio di don Enrico – mai dimenticato – si traduce in uno spazio aperto all’accoglienza di madri fragili e da accompagnare. Per la ristrutturazione dei luoghi e la realizzazione dell’opera, intere famiglie si sono autotassate e tante persone, ultimata la loro giornata di lavoro, si recavano presso i luoghi della nascente cittadella per ristrutturare, pitturare, pulire, eseguire lavori di falegnameria, fino a quando  l’8 maggio del 2009, l’allora vescovo della diocesi, Monsignor Gioacchino Illiano, la inaugurò. Nel 2014 inoccasione del Centenario della nascita di don Enrico, (1914-1967) nel corso di una cerimonia religiosa, il vescovo Giuseppe Giudice annunciò alla comunità Angrese l’avvio della causa di Beatificazione di don Enrico Smaldone. Il curatore del processo, cosiddetto Postulatore della Causa, èdon Silvio Longobardi, attuale responsabile della Cittadella della Carità. Sicuramente è stata una notizia degna di nota attesa da anni dall’intera comunità dell’agro e da tutti coloro che conservano un ricordo in vita del futuro “Beato Enrico”.