di Ylenia Aluzzo – Quando sentiamo parlare di cultura accostiamo questo termine alle tradizioni, gli usi e i costumi di un popolo o possiamo accostarlo a livello personale, cioè ad una cultura costituita dalle basi che abbiamo acquisito a scuola o nel corso della nostra vita. Infatti, iniziamo ad acquisire le nostra cultura personale fin dalla scuola elementare grazie allo studio e ai primi rapporti interpersonali . Un uomo senza cultura è un soggetto senza personalità incapace di esprimere i propri pensieri. Oggi noi ragazzi siamo molto fortunati ad avere la possibilità di acquisire un’istruzione, perché sarà proprio grazie a tutto ciò che i docenti e la scuola come istituzione ci trasmettono che in un futuro prossimo saremo in grado di cambiare la società in cui viviamo e tutto ciò che c’è di sbagliato, come, per esempio, la persistenza di una cultura mafiosa. Ed è proprio di questo che si è parlato durante il convegno “La Cultura strumento di lotta contro la mafia”, tenutosi presso l’Università di Trapani il 17 febbraio scorso, ed organizzato dall’Associazione Antiracket e Antiusura di Trapani, nel contesto del “Progetto Educhiamo alla Legalità”, rivolto agli studenti degli istituti secondari . Sono intervenuti il prof. Enzo Guidotto, presidente dell’Associazione Antiracket, Alice Grassi, figlia di Libero Grassi, Giovanni Leuci, primo Dirigente Polizia di Stato, Roberta Gatani, del Movimento Agende Rosse e il testimone di giustizia Giovanni Burgarella. L’intervento che mi ha maggiormente colpito e mi è rimasto impresso ,personalmente, è stato quello effettuato da Roberta Gatani che, essendo nipote del magistrato Borsellino, ha raccontato le vicende familiari e soprattutto la consapevolezza dello zio che era perfettamente a ‘’conoscenza’’ che un giorno o l’altro sarebbe stato eliminato dalla mafia, ma la cosa che più lo addolorava era sapere che sarebbe morto per mezzo di uno dei ‘’suoi’’. Quindi il 17 luglio 2015 la nipote decide di aprire ‘’La Casa di Paolo’’ una comunità, se così possiamo chiamarla, che si occupa di ragazzi che si trovano in situazioni d disagio. E’ proprio la nipote che con orgoglio afferma :’’Sta diventando un simbolo delle possibilità e della speranza per moltissimi ragazzi : finalmente il sogno di Paolo si sta realizzando’’. Parole molto sincere per quanto riguarda l’intervento di Giovanni Burgarella che con una semplice frase riassume il suo concetto di vita :’’Non bisogna mai sottostare a nessuna persona, non auguro mai a nessuno di avere il terrore di stare nella propria casa’’. Ed è proprio dopo questo incontro che mi sento di ribadire che, sì, la cultura può fermare la mafia perché senza CONOSCERE non potremmo neanche pensare .Un aforismo che vorrei riportare è che la cultura è un bene primario come l’acqua; ciò ci fa capire che noi senza CULTURA non potremmo neanche vivere perché non saremmo soggetti in grado di discernere e ragionare con coscienza.