//L’origine delle decorazione natalizie

L’origine delle decorazione natalizie

di | 2021-12-22T11:39:44+01:00 22-12-2021 11:39|Alboscuole|0 Commenti
di Gaia Minci e Irene Cini  LE PALLINE DI NATALE Le mele sono a tutti gli affetti considerabili le antenate dalle palline di natale. In origine venivano usate per decorare e far risplendere l’albero, poiché il rosso contrastava il verde. Questa scelta non è solo un fattore estetico, infatti la mela ricorda il frutto proibito, il simbolo del peccato originale; ciò veniva festeggiato il 24 dicembre giorno dedicato ad Adamo ed Eva. Nei giorni precedenti a questa festa venivano create rappresentazioni teatrali, con il nome di “opere misteriose o opere miracolose” con lo scopo di spiegare alla gente, spesso analfabeta, le verità religiose della Bibbia. In particolare l’opera del paradiso, che raccontava la scena della cacciata dai giardini dell’Eden di Adamo ed Eva, aveva al centro della sceneggiatura un albero sempreverde, simbolo dell’immortalità, con delle mele rosse che pendevano dai rami. Così con il tempo si diffuse l’usanza di mettere nei cortili e nelle case il cosiddetto “albero del paradiso” con tante mele rosse appese, che da un lato simboleggiano la tentazione e dall’altra la morte del peccato grazie alla nascita di Gesù. Ancora oggi in molti paesi si utilizzano le mele come addobbi, invece in altri sono state sostituite dalle comuni palline di Natale.  LE GHIRLANDE DI NATALE In Germania, secondo la leggenda tanto tempo fa una madre la vigilia di Natale era indaffarata a pulire casa per le feste; i ragni che vi vivevano si rifugiarono in soffitta. Quando la casa fu pulita i ragni con prudenza scesero le scale per vedere cosa fosse successo. Rimasero sorpresi alla vista dell’Albero di Natale, e iniziarono a salire e salire senza accorgersi di aver ricoperto l’albero di mille fili. Quando Babbo Natale vide questa scena si mise a ridere nel vedere la gioia dei ragni ma poi pensò alla signora che si era impegnata a pulire casa e decise di trasformare i fili tesi dai ragni in fili d’oro e argento, rendendo l’albero scintillante e ancora più bello di prima. Ecco perché ancora oggi decoriamo l’albero con le ghirlande.  IL VISCHIO  Il vischio trova la sua origine nella storia di Druidi e Vichinghi, i primi popoli ad aver considerato sacro questo sempreverde. Prima di diventare un simbolo del Natale, la pianta era venerata come simbolo di fertilità, poiché fioriva anche in inverno. La leggenda narra che Freya aveva due figli, Balder, il dio del Sole e Loki, dio del Male. Il secondo, cattivo e invidioso uccise il primo, buono e amato da tutti, utilizzando una freccia di vischio. Tutti gli dei si rattristarono per la morte dell’amato Balder e per tre giorni e tre notti cercano con tutte le loro forze di riportarlo in vita, ma non riuscirono. Freya, disperata, pianse tutto il suo dolore e magicamente le sue lacrime, a contatto con il dardo di vischio, diventarono le bacche della pianta e Balder ritornò in vita. Così Freya, colma di felicità, ringraziò chiunque passasse sotto l’albero su cui cresceva il vischio, con un bacio.  Anche in Inghilterra, durante l’epoca vittoriana, si credeva che se una ragazza avesse  rifiutato un bacio sotto la pianta di vischio sarebbe rimasta senza proposte di matrimonio per l’anno successivo.   Per alcuni esiste addirittura una vera e propria etichetta per avvicinarsi sotto il ramoscello: innanzitutto, l’uomo può baciare solo sulla guancia e durante il bacio, il suo compito è rimuovere bacca dopo bacca dal rametto, fino alla scomparsa di tutte le bacche e quindi, la fine del bacio.  LO SCHIACCIANOCI In molti pensano che il suo mito nasca con l’omonimo balletto di Cajkovskj “Lo Schiaccianoci e il re dei topi”, ma la sua origine è ben anteriore. Si racconta che tutto ebbe origine nella zona dei monti metalliferi in Germania al confine con l’attuale Repubblica Ceca, dove la popolazione, vessata dalle truppe tedesche e dalle tasse, decise di protestare realizzando un soldato in legno il cui unico scopo era solo quello di rompere le noci. Una protesta creativa che diede il via a una delle tante tradizioni natalizie.   Un’altra leggenda narra che in un paesino sperduto sulle Montagne Metallifere della Germania viveva un contadino. Era una persona molto ricca, ma con il cuore di pietra e per colpa del suo brutto carattere non aveva né una famiglia né amici. Ogni Natale lo passava da solo nella sua casetta davanti al fuoco a schiacciare le noci prodotte dai suoi alberi. Diventato vecchio e stanco di questo lavoro, decise di chiedere aiuto agli abitanti del paese. Offrì una ricompensa a chi fosse stato capace di inventare “qualcosa” per schiacciare le noci senza stancarsi. Si presentarono tante persone con le più strane e particolari realizzazioni, ma nessuna di queste entusiasmò il contadino. Per lo meno fino a quando alla sua porta bussò un povero uomo. Era un intagliatore di legna di Seiffen e con sé portava un sagomato di legno con le sembianze di un soldato. Era dipinto di colori brillanti e la sua particolarità era la mascella, in grado di schiacciare le noci. Il contadino apprezzò a tal punto questo Soldatino Schiaccianoci che il suo cuore di pietra si sciolse e in seguito donò tutti i suoi averi a chi ne aveva bisogno.  Lo Schiaccianoci è simbolo di forza e potere, capace di spaventare e allontanare gli spiriti malevoli con i suoi denti ben in vista.  Il Soldatino è anche una sorta di portafortuna.