Sabato 30 novembre, nell’ambito dell’assemblea di Istituto, abbiamo assistito,
insieme a molti altri studenti, ad una preziosa lezione riguardante la criminalità organizzata in Italia, tenuta dal professor Angelo Leone, laureato in Giurisprudenza e specializzato in associazioni a delinquere nel territorio barese.
Il relatore, dopo una breve presentazione, ha analizzato il termine “mafia” e le quattro principali organizzazioni criminali di stampo mafioso.
La Mafia è un’organizzazione criminosa sorta in Sicilia nella prima metà del XIX secolo e poi diffusasi anche all’estero, specialmente negli Stati Uniti. Essa pretende di sostituirsi ai pubblici poteri nell’attuazione di una forma primitiva di giustizia, fondata sulla legge della segretezza e dell’omertà. Ricorre, inoltre, a mezzi spesso illegali, come intimidazioni, estorsioni, sequestri di persona e omicidi, per conseguire interessi e fini propri di arricchimento, anche a danno degli interessi pubblici e per imporre la propria volontà.
È un fenomeno antico, complesso e mutevole nel tempo, la cui esistenza è stata negata per diversi anni, poiché essa ha cercato di rendersi invisibile, ma, allo stesso tempo, nutre la necessità di essere percepita dalla società come presente e condizionante.
Una delle sue strutture più note è Cosa Nostra, un’organizzazione criminale sviluppatasi nella Sicilia Occidentale negli anni Ottanta del XX secolo e uscita allo scoperto grazie alle indagini avviate dal “pool antimafia” di Rocco Chinnici, poi passato nelle mani di Antonio Caponnetto, i cui esponenti principali sono stati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Si tratta di un’organizzazione criminale unitaria e verticistica, i cui capi sono ben noti a tutti noi, poiché abbiamo visto il loro viso molte volte sui giornali o in televisione. Chi non conosce “boss” come Salvatore Riina, Tommaso Buscetta o Matteo Messina Denaro, ricercato da ben 27 anni? Quest’ultimo dato è stato particolarmente sottolineato durante la lezione, perché un capomafia latitante da quasi tre decenni dimostra l’estrema difficoltà che riscontrano le forze dell’ordine nel combattere le organizzazioni mafiose, anche a causa degli ancora persistenti omertà, silenzio e paura che dominano in noi al pensiero di quella parola di cinque lettere, “mafia”.
Il professore ha dimostrato come questo aspetto sia vero, con una domanda che ci ha lasciati a bocca aperta: “Chi di voi accuserebbe un mafioso davanti alle autorità a costo di perdere i propri genitori?”. Nessuno, a quel punto, ha parlato e il professore, sapendo già come avremmo reagito, ha affermato che è proprio il nostro silenzio a far vincere ancora oggi le associazioni a delinquere. Questa difficoltà nel parlare e denunciare fa emergere per contrasto il coraggio che hanno avuto persone che, invece, anche a costo della propria vita, hanno combattuto a viso aperto la mafia.
A questo proposito, il migliore esempio non può che essere la figura di Giovanni Falcone, il vero “Immortale”, a cui tutta la platea ha dedicato un lungo e commosso applauso. Il professore ha sottolineato che oggigiorno tendiamo a considerare come miti figure che di eroico non hanno niente, come il protagonista della fiction “Gomorra”, chiamato, appunto, l’Immortale, invece di dedicare qualche ora del nostro tempo ad approfondire la vita di veri eroi, come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutti quelli che hanno combattuto la mafia.
Un’altra organizzazione criminale è la Camorra napoletana, diffusasi in Campania sin dagli inizi dell’Ottocento, originaria di Napoli. Essa si distingue dalle altre per la sua struttura di potere orizzontale, in cui non è possibile individuare un esponente di maggiore rilievo. La Camorra, inoltre, ha influenzato varie provincie d’Italia, tra cui Foggia, oggi considerata una tra le provincie più pericolose d’Italia, ed è stata “protagonista” della celeberrima serie televisiva italiana Gomorra, andata in onda per la prima volta nel 2014.
Il professor Leone ha, in seguito, analizzato un’organizzazione criminale che dal 2013 è considerata la più pericolosa a livello internazionale: la ‘Ndrangheta. Originaria di Reggio Calabria, dove è fortemente radicata, si è presto diffusa in tutta la regione, in particolare nelle provincie di Crotone, Catanzaro, Vibo Valentia. La sua attività principale è il narcotraffico, accompagnata da traffico di armi, gioco d’azzardo, smaltimento di rifiuti tossici e radioattivi.
Quarta ed ultima organizzazione criminale è la Sacra Corona Unita, che ha raggiunto l’apice negli anni Ottanta e Novanta nel Salento.
Il professor Leone, dopo questa descrizione concernente le quattro principali organizzazioni criminali che, come un tumore nella fase di metastasi, attaccano e infettano l’Italia intera, ha sottolineato come, in realtà, lo Stato non si sia mai realmente interessato a lottare contro la mafia. Ne è una testimonianza il film “Giovanni Falcone”(1993) del grande regista Giuseppe Ferrara.
Giovanni Falcone è stato il primo ad individuare l’organizzazione criminale Cosa Nostra in un’epoca in cui si negava persino l’esistenza stessa della mafia e se ne confondevano i crimini con scontri tra bande di delinquenti comuni. La sua tesi si è palesata in particolare durante il maxi
processo in cui importante è stato il contributo del primo pentito mafioso della storia Tommaso Buscetta.
Al termine della lezione condivisa, ho realizzato come, in realtà, qualcuno sia stato in grado di combattere, seppur parzialmente, la mafia. Tuttavia essa sembra impossibile da sconfiggere ed indistruttibile.
Un giorno, potrà mai essere debellata definitivamente?
FRANCESCA MAIELLARO, II A LC
FRANCESCO DITRANI, II B LC