di FABIANA FERRERO –
Il poeta e romanziere brasiliano Paulo Coelho già da adolescente dimostrava di avere una grande sensibilità artistica, anche se, per un lungo periodo della sua vita, non gli è stato consentito coltivarla. Il suo più grande successo è stato il romanzo L’Alchimista pubblicato nel 1988, finora considerato il libro in lingua portoghese di maggior successo, tanto che è stato inserito nel Guinness dei primati. Altre sue opere da ricordare sono Undici minuti e Lo Zahir.
Nel 2016 Coehlo è tornato nelle librerie di tutto il mondo con il romanzo La Spia, che narra la vita di Mata Hari, un’agente segreto olandese attiva durante la prima guerra mondiale. Il libro si apre con l’esecuzione della donna, che decide di lasciare una lettera al suo avvocato, in modo che, un giorno, la sua unica figlia possa conoscere la verità su chi fosse la madre. La spia si arma quindi di carta e penna per raccontarle la sua esistenza avventurosa e controversa.
Margartha Geertrudia Zelle (questo è il vero nome di Mata Hari) trascorre un’infanzia tranquilla in una cittadina poco conosciuta dell’Olanda, “un posto in cui non accadeva nulla e i giorni si susseguivano sempre uguali”. Presto viene etichettata come una “donna dai facili costumi” e il padre decide quindi di scrivere un libro per difenderla, ma l’unico risultato è quello di diffondere ulteriormente le accuse di prostituta e di bugiarda che la tormentano. Nonostante i pettegolezzi, Margaretha si sente totalmente a suo agio nel ricevere favori e gioielli da giovani uomini. I genitori la iscrivono in una scuola a Leiden, dove incontra Rudolph MacLeod, un ufficiale dell’esercito olandese di origini scozzesi. Soltanto tre mesi più tardi quest’ultimo chiede la sua mano e Margaretha, in cerca di un cambiamento, accetta. La coppia si trasferisce in Indonesia, dove i due hanno il loro primo figlio, che muore poco dopo la nascita della sorellina. Margaretha, con la sua bambina, “abita in un paradiso, ma affronta quotidianamente un inferno personale”, con un marito che la umilia, ma in una città di una bellezza quasi opprimente.
Dopo il suicidio della moglie di un suo amico, la donna decide di prendere la prima nave per Rotterdam: al consolato francese riesce ad ottenere un visto ed un biglietto di sola andata per Parigi e cambia il proprio nome in Mata Hari. Sceglie, come nuova identità, quella di una ballerina di danze orientali e comincia così ad esibirsi in pubblico, suscitando stupore e meraviglia.
Quando scoppia la prima guerra mondiale, Mata Hari si trova in Germania per uno spettacolo, che però non avrà mai luogo. Le viene detto di rientrare in Olanda, ma lei vuole tornare nell’unico posto dove si è sentita umana, ovvero Parigi. Le viene offerto un incarico da agente segreto dal console tedesco dell’Aja Alfred von Kremer, che le assegna un nome in codice: H21. Poco dopo questo colloquio, la donna si dirige al consolato francese, dove parla col capo del controspionaggio. Comincia quindi la sua “carriera” di doppiogiochista, la quale la porterà alla morte.
Con questo romanzo Paulo Coehlo ci fornisce i dettagli della vita di una ragazza forte e tenace, capace di condizionare gli uomini che entrano in contatto con lei e di evitare di essere manipolata, secondo i dettami della società. La sua bellezza disarmante le conferisce l’appellativo di donna più desiderabile e desiderata del suo tempo, tanto che suscita la gelosia del gentil sesso dell’alta società parigina. Mata Hari diventa “colei che poteva cambiare i destini del mondo, agire affinché la Francia vincesse la guerra, mentre fingeva di essere al servizio della centrale di spionaggio dei tedeschi”: ha la padronanza di diverse lingue, numerose conoscenze in diversi ambiti, una sottile abilità con cui riesce ad intrufolarsi nei più diversi contesti sociali, è elegante, seducente e coraggiosa. Tutti questi aspetti contribuiscono a farla diventare una potenziale sospettata. In mancanza di prove a proposito del suo doppio gioco, a Mata Hari viene contestato “il peccato di essere donna, il peccato ancora più grave di essere libera, il peccato infame e pericoloso di intrattenere relazioni con uomini la cui reputazione andava salvaguardata ad ogni costo”.
Paulo Coehlo coglie nella vita di questa eroina un messaggio di straordinaria attualità per tutte le donne e tutti gli uomini dei giorni nostri.