//Lo spazio e le voci della Natura

Lo spazio e le voci della Natura

di | 2020-11-23T16:19:49+01:00 23-11-2020 16:19|Alboscuole|0 Commenti
Il rapporto che lega l’uomo alla natura è antichissimo e la natura è per l’uomo una dimora da scoprire e scrutare senza essere disturbata. Il giorno in cui ho incontrato la natura e ne ho percepito la sua magia è stato durante una gita in montagna con la mia famiglia. Appena giunto sul luogo, senza aspettare che mi venisse illustrato il percorso, mi sono allontanato dalle voci umane per ascoltare i suoni che la natura mi trasmetteva. Suoni di rare specie di uccelli nascosti tra i rami altissimi degli alberi, suoni del vento che sfiorando le foglie riproduceva una tranquilla melodia, suono di ruscello, di una cascata che prepotentemente scorreva tra gli argini delle rocce. Vicino al ruscello sono stato per un po’ di minuti fermo ad ascoltare il rumore e ad osservare la potenza dell’acqua. Oggi presi dalla nostra quotidianità diamo per scontato cose che scontate non sono e non prestiamo ascolto alle voci della natura anche perché per essa sembra non ci sia più spazio. Fermo davanti al ruscello guardavo e ascoltavo ciò che mi sembrava strano e incredibile allo stesso tempo. Costeggiando il ruscello, con un pezzo di ramo secco nelle mani, che mi serviva per spostare l’erba più alta e i cespuglietti per essere certo che da lì non uscisse qualche insetto, sono giunto ad una piccola zona dove l’acqua scorreva tranquilla e ci si potevano immergere anche i piedi. Ho tolto immediatamente le scarpe e i calzini. Appena ho tuffato nell’acqua il piede ho provato un senso di dolore misto a piacere: l’acqua era ghiacciata sì, ma portavo con me un’altra bellissima esperienza. Volevo raggiungere la parte centrale per vedere da vicino le rane che saltellavano, così ho trattenuto il fiato e con entrambi i piedi nell’acqua, spavaldo, ho proseguito. Dal freddo ormai non sentivo più i miei piedi ma guardando giù vedevo tante rane e girini che mi saltellavano sui piedi. Sono salito su una pietra liscia e scivolosa e stando fermo mi sono inginocchiato e ho cercato di prendere in mano una rana. Che sensazione strana e meravigliosa insieme! Ero sempre stato abituato a vederla e studiarla sui libri, in quel momento era nelle mie mani ferma, ed io l’accarezzavo lentamente per non farle del male. L’ho liberata quasi subito perché non volevo che soffrisse o morisse a causa mia e poi sono rimasto su quella pietra ad osservarle. Una volta a casa, la sera nel letto, nel ripercorrere nella mente tutta la giornata ho ringraziato i miei genitori che mi avevano dato la possibilità di conoscere oltre al traffico cittadino, oltre allo strombazzare delle auto, oltre alle voci della gente anche una voce particolare, rara che nessuno si ferma più ad ascoltare, quella della natura. Matteo Tamburrano Classe 1^A