//LEZIONI CONDIVISE: I RAGAZZI DI BOB DYLAN

LEZIONI CONDIVISE: I RAGAZZI DI BOB DYLAN

di | 2019-12-28T08:35:19+01:00 28-12-2019 8:35|Alboscuole|0 Commenti
Un’immersione nella realtà, un mezzo per dilettare i ragazzi e guidarli alla conoscenza della società e alla scoperta di come essa sia progredita nel tempo: è con questi fini che i rappresentanti d’Istituto Alberto Innamorato, Primiano D’Addetta, Roberta Gallo e Christian Ligorio hanno replicato un progetto che già da qualche anno si svolge presso il Simone-Morea, in occasione di una delle assemblee d’Istituto.
Il giorno 30/11/2019, infatti, i nostri liceali si sono spostati nelle varie strutture dell’istituto per partecipare a interessanti lezioni condivise tenute da professori, studenti ed ex-studenti, che hanno senza dubbio arricchito il bagaglio culturale e morale di ogni studente, aumentandone non solo le conoscenze, ma anche le competenze, fondamentali per una solida e completa formazione.
Ogni studente ha avuto la possibilità di spaziare tra argomenti a suo avviso più interessanti, potendo decidere a quale, tra le svariate lezioni proposte, partecipare.
La musica è stato certamente uno degli argomenti meno approfonditi, tuttavia alcune ragazze della classe III C del liceo classico hanno raccontato di come in passato i musicisti abbiano influenzato in maniera determinante la società.
Nell’aula intitolata per l’occasione “I ragazzi di Bob Dylan”,  Francesca De Mola, Marianna Santospirito, Yma Laruccia e altre compagne hanno riassunto la fase storica tra gli anni 50’ e 70’, in cui i musicisti contribuirono a modellare la società in cui vivevano.
“Abbiamo scelto di parlare di questi anni – dalla fine della seconda Guerra Mondiale ai moti giovanili del 1968 – perché abbiamo notato che sono paragonabili al nostro periodo storico. Infatti stiamo assistendo alla creazione di movimenti a favore dell’ambiente, come quello di Greta Thunberg, o alle proteste dei ragazzi di Hong Kong, perciò abbiamo deciso di confrontare queste due epoche”, ha dichiarato Francesca all’inizio dell’incontro.
Durante la metà del secolo scorso, infatti, la beat generation si approcciò ad uno stile di vita differente da quello dei genitori: l’obiettivo era condannarne il materialismo e la guerra. I più noti fautori di queste nuove linee di pensiero furono gli hippies e i giovani del 1968, per i quali la musica fu un importante punto di riferimento. Artisti come Bob Dylan, per l’appunto, approvarono la necessità di cambiamento e i valori della comunità e dell’uguaglianza.
“Bob Dylan è il simbolo della ribellione, perché le sue canzoni, piene di malinconia, motivarono la gioventù parlando di diritti dell’uomo e di scioperi”, ha specificato Marianna prima di cantare, accompagnata dalla chitarra di Francesca, alcune canzoni considerate inni della cultura hippie.
Indagando un genere musicale differente dal folk, le ragazze ci hanno introdotto il secondo importante personaggio della lezione, Nina Simone. La biografia di questa donna, cantante e musicista afroamericana, è servita a suggerirci alcuni problemi rilevanti dell’epoca, ma ancora molto moderni: la segregazione razziale e l’oppressione della figura femminile. La storia di Nina Simone ha portato a discutere della parità di genere, un tema ancora di estrema importanza, ma non sufficientemente trattato nella quotidianità. Ogni individuo deve sottostare alle norme sociali ed alle classificazioni di genere, che spesso servono solo a limitarne la libertà di mostrare la propria personalità.
Alla fine, l’incontro si è rivelato una calma chiacchierata tra adolescenti desiderosi di un mondo migliore. Abbiamo condiviso le nostre riflessioni e i nostri sogni, aggrappandoci alla speranza di riuscire a migliorare la nostra società.
CATERINA DIMOLA, II B LC
CLAUDIA DE SANTIS, ANITA SFORZA, II A LC