di: Lapo Ruggero Holmes, Classe 3^B. – I soldati romani furono i protagonisti delle numerose campagne militari che portarono Roma a dominare il mondo antico. Ma come era formato e organizzato l’esercito romano? Quali erano le condizioni di vita dei legionari? Come cambiò la loro struttura e il loro equipaggiamento nel corso dei secoli? In questo articolo, cercheremo di rispondere a queste domande, ripercorrendo la storia del soldato romano dall’epoca monarchica all’epoca imperiale, basandoci sulle fonti storiche e archeologiche disponibili. Vedremo come l’esercito romano si evolse da una milizia di cittadini-soldati ad una forza professionale e multietnica, capace di adattarsi alle diverse situazioni e tutte le sfide che incontrava. L’era più antica di Roma (dal 753 a.C. al 509 a.C.) è avvolta dal mistero. Sappiamo però che era molto lontana dalla Roma Repubblicana e Imperiale di Cesare e Ottaviano. A quei tempi, l’Impero Romano era un posto pieno di povertà, sporcizia e violenza. È probabile che inizialmente, il modo di combattere del popolo romano non fosse così diverso da quello delle popolazioni italiche vicine. Solitamente le guerre del tempo erano combattute da diversi “clan” che collaboravano tra loro, composti dagli uomini del popolo. Il concetto di uniforme era completamente assente al tempo e la disponibilità e selezione di armi variava ampiamente da battaglia a battaglia. Questi guerrieri non indossavano armatura e utilizzavano come armi uno scudo e due lance: una da lanciare contro il nemico prima di passare al combattimento ravvicinato e una per combattere corpo a corpo con il nemico. Durante questo periodo, se un guerriero accumulava molto potere e prestigio, si sarebbe inevitabilmente trovato nella posizione di comandante. Il comandante aveva il compito di programmare le battaglie, tenere uniti i vari clan e spartire equamente il bottino (un lavoro molto importante e difficile). L’importanza di queste figure si rifletteva anche nel loro equipaggiamento: i comandanti erano spesso equipaggiati con lucidi elmetti di bronzo e piccole corazze. La loro spada, il simbolo in assoluto più distintivo di un comandante, era di bronzo. Era pensata principalmente per tagliare, ma poteva anche essere usata per infilzare. Tempo dopo, sotto l’ordine del Sesto Re di Roma, Servio Tullio, venne indetta un’enorme riforma dell’esercito. Cominciò così la creazione di un’armata costituita dai cittadini del dominio romano. In questo sistema, lo stato economico di un cittadino determinava la classe di soldato a cui era assegnato. I Romani adottarono inoltre uno stile di equipaggiamento molto più ellenico (greco), che si abbinava bene alla nuova organizzazione molto più professionale dell’esercito. I cittadini di prima classe, cioè quelli più ricchi indossavano un set di armatura oplitica completo: un elmetto, una corazza e due ginocchiere, tutto di bronzo. Avevano anche un hoplon (o aspis), lo scudo ovale dell’epoca. In questo nuovo stile di combattimento a falange, l’arma del cittadino benestante è la “sarissa”, una lunga lancia ottima per tenere a distanza i nemici. Questi soldati possedevano anche una spada, ma diversamente da quelle dei precedenti comandanti di clan essa era diventata un’arma secondaria. I cittadini di seconda classe erano equipaggiati in modo simile a quelli della prima classe ma senza una corazza toracica completa. Inoltre utilizzavano lo scutum al posto dell’hoplon, uno scudo rettangolare più economico che offriva più protezione al petto e alle gambe: questo scudo permetteva al soldato di essere sia difensivo sia offensivo allo stesso tempo, parando gli affondi con lo scudo e sferrando potenti colpi con il suo bulbo di bronzo centrale. La terza classe era costituita principalmente da poveri bottegai contadini. Questi non potevano permettersi niente di così costoso come un hoplon o una corazza completa e solitamente riuscivano a ottenere una piccola corazza di bronzo o pelle, da abbinare con uno scutum ovale e una lancia corta. Le quarte e quinte classi costituivano il rango più basso del sistema ‘Serviano’ e servivano come schermagliatori, ovvero erano coloro che iniziavano la battaglia. I soldati di quarta classe erano equipaggiati con uno scutum ovale, un giavellotto, una lancia e una spada, mentre quelli di quinta classe erano destinati esclusivamente al ruolo di fromboliere. Con la fine della monarchia e l’inizio della Repubblica il sistema ‘Serviano’ venne perfezionato. L’equipaggiamento romano di questo periodo era ancora molto influenzato dalla cultura ellenica, con elmetti di bronzo, corazze e ginocchiere, mentre il loro armamento era principalmente costituito da spade, lance e pugnali. Durante il primo periodo della Repubblica (dal 509 a.C al 290 a.C.) i romani furono brutalmente sconfitti dai Gallici nella battaglia del Fiume Allia, che portò al saccheggio e distruzione parziale della capitale romana e più avanti anche sconfitti dai Sanniti, una popolazione del centro Italia. Tutto questo portò Roma a riconsiderare la propria strategia militare. Abbandonarono il classico sistema compatto a falange in favore di un sistema a manipoli (Unità tattica della legione romana rappresentata da due centurie), che divideva la legione in vari “blocchi” organizzati in linee e abbastanza distanti tra loro per garantire manovrabilità. Il nuovo soldato, chiamato legionario, esattamente come la sua controparte greca (il guerriero oplita) eccelleva nel combattimento a corto raggio. Nella nuova legione, la prima linea conteneva manipoli di hastati, soldati giovani e generalmente benestanti. Questi soldati erano i primi ad entrare in contatto con il nemico ed indossavano un elmetto di bronzo e una corazza toracica. Per combattere utilizzavano uno scutum, una spada di bronzo e due lance: una da lanciare al nemico (pilum) e una da usare per combattere corpo a corpo. La seconda linea era costituita da manipoli di principés. Questi uomini erano abbastanza ricchi e potevano permettersi un equipaggiamento decente: due lance (tutte e due da tirare) e una spada che veniva generalmente usata dopo la perdita delle lance. Inizialmente i principés utilizzavano uno scutum ovale o rettangolare e indossavano elmetti di bronzo con un cimiero colorato per aumentare la statura, ma più in là tutti i tipi di soldati cominciarono ad amalgamarsi. I principés indossavano una cotta di maglia, una delle armature migliori del tempo: offre grande protezione senza limitare molto i movimenti del soldato. La terza linea era costituita dai soldati più vecchi e maturi, i triarii. La maggior parte dei triarii erano veterani del tempo delle invasioni galliche e sannite. Indossavano spesso un particolare elmo corinzio-etrusco adornato con piume e creste di cavallo, una cotta di maglia e un paio di schiniere. Per combattere, oltre al gladius, la tipica spada romana dell’epoca, utilizzavano un pugnale, il pugio, una lunga lancia con una grande punta di ferro cava chiamata hasta e uno scutum rettangolare. Nonostante il successo iniziale del sistema a manipoli, il periodo centrale della Repubblica (dal 209 a.C. al 133 a.C.) vedette le legioni romane schiacciate brutalmente durante le guerre puniche: tattiche meno efficienti ed eventuali mancanze di truppe evidenziarono l’importanza di un nuovo bacino di reclute da cui attingere. Essendosi resi conto che gli schiavi non avevano le capacità né fisiche (a causa della malnutrizione) né mentali per combattere, i romani decisero di optare per la classe proletaria, un rango più in basso anche della quinta classe! Questi giovani soldati andarono a costituire la stragrande maggioranza degli schermagliatori, i famosi velités. Gli schermagliatori erano stati parte delle armate di Roma fin dall’inizio, ma solo in questo periodo diventarono un emblema di esse. Caratterizzati dal loro copricapo di pelle di lupo, i velités utilizzavano un gladius e vari pilum da lanciare al nemico. Nel 107 a.C., un generale e politico chiamato Gaius Marius implementò varie riforme per rafforzare l’esercito, che aveva difficoltà ad adattarsi ai vasti confini del dominio romano. Le riforme mariane diedero vita ad un’armata professionale, con una paga stabile e una grande ricompensa una volta completato il servizio: la cittadinanza romana. La struttura dell’esercito mutò, passando da manipoli a coorti (un’unità militare dell’esercito romano, composta da 480 soldati. Dieci coorti costituivano una legione), migliorando al tempo stesso la manovrabilità e la coesione dei soldati. Ma la cosa più importante delle riforme mariane è la nascita di un uniforme ed un equipaggiamento uguale per ogni classe di soldato, dando vita all’immagine moderna del legionario romano. L’equipaggiamento del legionario si ispirava molto a quello del soldato pre-mariano: uno scutum, un gladius, un pugio e un pilum. Differentemente dal passato però, il legionario indossava un elmetto montefortino e una cotta di maglia migliorata. Questi non erano gli unici pezzi messi a disposizione di un legionario dallo Stato, ma erano i più comuni. Un’aggiunta importante al kit del legionario erano le caligae: resistenti sandali aperti fatti per resistere alle condizioni di battaglia e per garantire facilità di movimento e flessibilità. Dopo le guerre civili della Tarda Repubblica, Gaius Octavius divenne Cesare Augusto, il primo imperatore di Roma. Augusto spazzò via le barbariche ed opportunistiche legioni delle guerre civili rimodellando l’intero esercito romano in una forza permanente di 28 legioni e, allo stesso tempo, dando inizio al più grande periodo di espansione romana nella storia. Lui fu il primo leader a stabilire chiaramente dei termini di servizio, una paga e una pensione. Le legioni non erano più un’armata cittadina: nessuno tranne Augusto aveva il diritto di creare nuove legioni, che adesso avrebbero obbedito solo a lui. In questo periodo di riforma, anche l’equipaggiamento venne migliorato. Molte coorti indossavano ancora la cotta di maglia per proteggersi, ma gli elmi monterfortino e coolus cominciarono ad essere scartati in favore di un design di ispirazione gallico-italica. Questo nuovo elmo aveva dei paraorecchie migliorati come protezione aggiuntiva dal freddo. Il primo secolo vide i legionari indossare quello che è adesso il loro look più famoso. Questo includeva l’adozione di un’armatura di metallo segmentata, costituita da varie placche di ferro circolari legate ad uno strato di pelle interno. Oggi nota come lorica segmentata, quest’armatura era teoricamente impenetrabile per le armi del tempo. Inoltre, la variante ovale dello scutum fu scartata completamente in favore della più comoda e leggera forma rettangolare. Sotto la corazza, i legionari indossavano una tunica porpora a maniche corte che arrivava alle ginocchia, mentre, in caso di tempo cattivo, indossavano una tunica a maniche lunghe, pantaloni, calze e stivali di pelle. Al tempo dell’imperatore Adriano, i territori romani coprivano la quasi totalità dell’Europa, il Mediterraneo, la Turchia e molto altro. Avendo raggiunto la sua massima grandezza, l’impero cominciò ad adottare una posizione difensiva, usando le sue legioni come mura. Dopo il collasso della dinastia Severiana nel 235 d.C., l’impero cadde in 50 anni di caos e guerre civili, che portarono ad un drastico mutamento dell’uniforme ed equipaggiamento dei soldati romani. A questo punto, il tradizionale elmetto gallico-italico era stato sostituito da un elmo unito che proteggeva completamente il collo al costo di molta visione. La tunica era adesso più grande e si estendeva fino al polso, i pantaloni erano diventati standard e i caligae erano stati rimpiazzati dalle carbatinae, scarpe più tradizionali di cuoio. I legionari usavano adesso un pilum, un pugio e uno scutum, mentre il gladius fu rimpiazzato dalla spata, una spada più lunga ideata per tagliare. Più avanti, mentre il pugio rimase, lo scutum rettangolare venne abbandonato in favore di una variante ovale e più resistente e la spata divenne ancora più lunga. L’elmetto standard divenne molto più segmentato e aperto, un po’ come quelli del tempo della Repubblica ma con un paranaso. Dal 284 a.C una classe importante di persone era stata inglobata nella società romana: i barbari. Queste persone, per i romani, erano al di fuori di qualsiasi forma di civiltà e cultura. Erano popoli tribali, nativi delle zone nordiche dell’Europa ed, in generale, al di fuori dell’impero. Già dal tempo di Augusto molti barbari avevano servito nell’esercito romano come ausiliari, ma dopo la crisi del terzo secolo, essi si ambientarono più permanentemente nell’impero, trasformando il loro ruolo nell’esercito. Il soldato “Illirico” costituiva la maggior parte dell’armata di Roma nel caotico terzo secolo. Essi indossavano una cotta di maglia di bronzo ed erano equipaggiati con una lancea, una lancia leggera che poteva essere sia lanciata contro il nemico che usata corpo a corpo. Il loro scudo era un grande ovale di legno rivestito di cuoio con un bulbo metallico centrale usato per colpire i nemici. Sotto il famoso imperatore Diocleziano, la grande crisi del terzo secolo finalmente cessò. Per ristabilizzare l’impero, Diocleziano instituì molte riforme. Tra queste, c’era la reintroduzione del servizio militare obbligatorio ed una riforma della struttura dell’esercito, che lo divideva in due divisioni: le guardie delle frontiere, o limitanei, e le forze mobili, o comitatenses. Responsabili per la difesa dei confini dell’impero, i limitanei variavano da giovani soldati a veterani. Erano lievemente equipaggiati rispetto ai comitatenses, indossando solo un elmetto di stile berkasovo per armatura. Erano equipaggiati con uno scudo ovale, una lancia, un piccolo coltello da caccia ed un pilum. I comitatenses erano generalmente meglio armati e addestrati dei limitanei e avevano il ruolo di rispondere rapidamente a qualsiasi attacco all’impero. Indossavano un elmetto composto simile allo stile ellenico ma con paraorecchie. Avevano anche una criniera di cavallo irrigidita, generalmente rossa. Indossavano una grande tunica fatta di cotta di maglia che li proteggeva fino alle ginocchia e grandi stivali di pelle. Le loro armi erano principalmente la lorica, una lancia leggera ed uno scudo ovale di legno e pelle. I “palatini” erano gli elité dell’impero in questo periodo. Nonostante svolgessero una funzione simile ai comitatenses, questi soldati erano molto più potenti. Usavano una lancia ed uno scudo ovale. Anche se Roma cadde nel quarto secolo d.C., l’evoluzione delle uniformi romani proseguirà per altri mille anni sotto l’impero bizantino.