Caro Covid-19, Da quando sei arrivato in italia, la gente non ha più paura del buio, ma degli abbracci, della vicinanza, del contatto, delle strette di mano. È così strano non vedere più la gente in strada spensierata, non prepararci per uscire con gli amici e non abbracciarci con la persona a cui vogliamo più bene, in questi tempi anche un bacio è vietato, anche un bacio può essere pericoloso. Dobbiamo stare lontani un metro l’un dall’altro e non possiamo uscire più di casa se non per emergenze necessarie. La sera le strade sono buie e silenziose, non ci sono più i ragazzi che fanno baldoria, gli anziani sulle panchine e le persone sedute ai tavolini per chiacchierare del più o del meno, per bere un caffè, per guardare il mare. Le persone lontane dalla propria città non potranno tornare, non potranno vedere i propri cari per molto tempo. I medici per colpa tua sono esausti, tornano a casa dopo turni infiniti di lavoro, mettono a rischio la propria vita per liberare  le persone da te e far si che ritornino dai propri figli, gli scienziati passano ore ed ore in laboratorio a progettare un nuovo vaccino, la polizia si assicura che la gente rimanga a casa, tutto questo per fermarti, per bloccarti, perchè tu riesci ad insinuarti in noi, senza sintomi, per usarci come ponte con lo scopo di saltare addosso alle persone più fragili e fargli del male, vigliaccamente. La gente comune, come me, può solo aspettare, ed io aspetto che tutto si aggiusti e ritorni come prima, che tutto questo finisca. A volte sembra di essere in guerra, anche se la guerra non l’ho mai conosciuta la immagino così: con le strade vuote ed il silenzio ovunque, però io so che vinceremo ancora una volta e ci rialzeremo più forti di prima, perchè stiamo dimostrando di essere un grande paese, pieno di speranze e positivitá. Uniti ce la faremo, e ci abbracceremo con più voglia, in quanto l’attesa aumenta il desiderio. Una volta andato via, spero di non riderti più e di non sentire più il tuo nome, neanche al telegiornale. Addio