di Fioretta Neotti – A partire dalla fine della Seconda guerra mondiale e negli anni successivi ad essa si verificò un’emigrazione forzata della maggioranza dei cittadini di etnia e di lingua italiana della Venezia-Giulia e della Dalmazia: questo episodio è conosciuto come esodo Giuliano-Dalmata o esodo Istriano e si verificò a causa di una secolare lotta per il predominio sull’Adriatico Orientale tra la popolazione italiana e quella slava, per il possesso dei territori di Nord-Est, in particolare l’Istria e la Dalmazia.
Successivamente, tra il 1943 e il 1945, si verificò il fenomeno degli infoibamenti: coloro che diffidavano del nuovo governo jugoslavo venivano gettati vivi o morti nelle foibe, cioè voragini naturali del Carso. Questi eccidi furono particolarmente rilevante in Istria, dove interi villaggi e cittadine si vuotarono dei propri abitanti. Alla base di così tanta violenza ci sono stati una strategia mirata a colpire gli italiani e chiunque si opponesse all’annessione delle terre contese, la rivalsa per le atrocità nazifasciste e la volontà di attuare una rivoluzione includendo Trieste nella Jugoslavia socialista. In Istria, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, i partigiani Jugoslavi di Tito si vendicarono contro i fascisti che durante la guerra avevano amministrato quei territori con durezza, imponendo un’italinizzazione forzata. Così tutti i fascisti e gli italiani non comunisti vennero considerati nemici del popolo.
Per ricordare il dramma dell’esodo Giuliano-Dalmata e gli eccidi delle foibe, celebrati ogni anno il 10 febbraio in occasione del Giorno del ricordo (solennità civile nazionale italiana), l’8 febbraio 2018 gli alunni delle classi 3 C e 3 E hanno avuto l’opportunità di ascoltare la testimonianza di una persona che lo ha vissuto sulla propria pelle l’esodo giuliano.
Accompagnata dal marito, la signora Anna Crasti ha incontrato i ragazzi delle due classi, ai quali ha mostrato una presentazione in PowerPoint contenente immagini e video, per spiegare brevemente la storia dell’Istria che a un certo punto si è intrecciata con quella della propria famiglia. Un racconto emozionante, reso ancora più significativo dalle immagini e dai video mostrati, che raffiguravano gli italiani intenti a fuggire, le torture subite o gli infoibamenti di persone che venivano gettate in queste cavità trascinandosi coloro a cui erano legati con del fil di ferro. Ancora più commovente è stata la storia che porta con sé da quando è una bambina e che l’ha costretta a fuggire insieme alla madre a bordo di una barca dopo che gli Slavi avevano fatto irruzione nella loro casa.
La testimonianza di una persona che ha vissuto questo episodio storico sulla propria pelle ha reso i fatti più veri e ha fatto breccia nel cuore dei ragazzi, emozionandoli.
L’incontro si è concluso con la consegna, come ringraziamento, di un omaggio floreale alla signora, che si è congedata dalle classi con qualche lacrima, triste per la vicenda, ma contenta per l’accoglienza ricevuta.