Edoardo Biccirè, II^ AS – I.I.S. G. da Catino
di EDOARDO BICCIRÈ (II^ AS) – L’umanità, da sempre, si confronta con il suo passato e con le aspettative sul futuro. Due domande frequenti sono: “Come diventerà? È cambiata rispetto al passato?”.
Una cosa è certa, sul “come diventerà” abbiamo solo grafici statistici, analisi e probabilità ma, come tutte le previsioni, non sono nulla di certo. Invece sul “come è cambiata” possiamo avere delle informazioni grazie alle fonti storiche e alle ricostruzioni degli esperti ma, anche in questo caso, non sempre otteniamo dei risultati certi e sicuri. Ciò accade o perché manca un tassello del puzzle o perché sono stati alterati dei dati o perché le informazioni che cerchiamo risalgono ad un’epoca troppo antica.
Ciononostante noi esseri umani siamo speciali perché non ci arrendiamo e continuiamo a provare, provare e provare.
Altri aspetti dell’umanità intera sono: l’ira, l’odio, la rabbia e tutti quei sentimenti che provengono da ciò che non conosciamo e che, forse, mai potremo conoscere: l’inconscio.
Questi due lati dell’essere umano sono stati spesso rappresentati e, negli ultimi secoli, se ne sono occupati poeti, cantanti, romanzieri e letterati.
Chi se ne occupava nell’antichità? Tutto ciò veniva narrato dai racconti epici. Ma, innanzitutto, cos’è l’epica? L’epica è un insieme di poemi che parlano di divinità ed eroi. I primi due grandi poemi epici sono: l’Iliade e l’Odissea.
I due poemi sono molto diversi: l’Iliade narra la guerra tra gli Achei e gli abitanti della città di Ilio, i Troiani; mentre l’Odissea prende il nome, non da un avvenimento, bensì, da un personaggio che, al tempo stesso, svolge il ruolo di protagonista, Odisseo.
Odisseo, o Ulisse per i Romani, è un eroe per il suo essere, come viene detto nel proemio, multiforme! Nell’Iliade l’eroe più importante è Achille che, al contrario di Odisseo, rispecchia le più antiche caratteristiche di un eroe: forza e invincibilità.
Achille, a differenza di Odisseo che è un uomo, è un semidio, ma nonostante ciò morirà.
Nel presente, nei giorni nostri, noi esseri umani abbiamo una narrazione epica e degli eroi?
Oggi la concezione di vita è molto diversa da quella dei tempi dell’Iliade e dell’Odissea. A quei tempi si credeva che dopo la morte ci fosse l’Ade, un luogo buio, oscuro e pieno di tristezza. Perciò, le popolazioni di allora cercavano di vivere la vita nel miglior modo possibile e di non gettarla al vento come se nulla fosse. Inoltre, identificavano nei loro eroi il modo migliore di vivere la vita.
Adesso, invece, per molti la vita sulla Terra è una fase che precede una vita eterna dopo la morte. Di conseguenza cambia anche il concetto di eroe. Chi è, ai giorni nostri, un eroe?
Oggi ci sono tanti tipi di eroe: l’eroe ricco, l’eroe forte, l’eroe intelligente, l’eroe invincibile, l’eroe immaginario…e, infine, un eroe che, a mio parere, è l’unico vero eroe che esista veramente: l’eroe che vive per migliorare la vita del prossimo. Sono questi gli eroi che scrivono le più belle narrazioni epiche della storia, perché le scrivono con dedizione, passione, amore e, purtroppo a volte, con il loro sangue.
A proposito di eroi, negli ultimi anni si è sentito tanto parlare, in televisione, sui giornali, in Internet, di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino, degli uomini della scorta e di tutte quelle persone che, come loro, sono state vittime di Cosa Nostra, ovvero della mafia.
Falcone e Borsellino hanno scritto la storia diventando, così, eroi; eroi di tutte quelle persone che condividono i loro ideali. Questi due personaggi hanno “lasciato il segno” nella storia dell’umanità, intesa in tutte le sue sfaccettature. Hanno proposto delle leggi contro la mafia, hanno avviato il maxi-processo a Cosa Nostra, hanno lasciato dati molto importanti all’antimafia e, come solo i veri eroi fanno, hanno dato l’esempio.
Nati in Sicilia, vissuti in Sicilia e morti in Sicilia. Entrambi sapevano perfettamente che, se avessero continuato le indagini sulla mafia, sarebbero morti per mano di essa. Tuttavia non sono scappati, come liberamente avrebbero potuto fare, non hanno allontanato le loro famiglie dalla Sicilia e hanno respinto le minacce e gli insulti.
La concezione di eroe, però, è soggettiva e, per questo, ci sono delle persone che identificano nei propri idoli i veri eroi. Sono diversi da persona a persona, poiché ognuno ha un proprio carattere e preferenze differenti. Chi sogna di diventare calciatore vedrà nei calciatori come Ronaldo, Messi, Maradona, Pelè, Totti… il proprio punto di riferimento mentre, chi sogna di diventare un grande imprenditore spera di avere un futuro simile a quello di Steve Jobs, il fondatore di Apple.
Queste persone, però, trasformano l’eroe in un idolo, cambiando, di conseguenza, anche il significato della parola. Ma, se vogliamo individuare nella società i veri eroi, ci dobbiamo attenere al significato originale della parola.
Io, quindi, identifico i veri eroi in coloro che, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, combattono e hanno combattuto in difesa degli altri.
Voglio concludere citando due loro pensieri.
Falcone diceva: “Non sono né un eroe né un kamikaze, ma una persona come tante altre, temo la fine perché la vedo come una cosa misteriosa, non so quello che succederà nell’aldilà. Ma l’importante è che sia il coraggio a prendere il sopravvento. Se non fosse per il dolore di lasciare la mia famiglia, potrei anche morire sereno.” Borsellino, d’altro canto, sosteneva: “La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi una fine. Spero solo che la fine della mafia non coincida con la fine dell’uomo.”