Oggi, 10 dicembre, la chiesa ricorda Papa Leone I
Leone I, pontefice dal 440 al 461, fu il primo pontefice al quale è stato riconosciuto il titolo di Magno, ossia grande, lo ebbe infatti dopo di lui soltanto san Gregorio Magno
Leone Magno è noto per aver affrontato Attila, il capo degli Unni, convincendolo, solo con la croce papale, –a non marciare su Roma e a ritirarsi
L’incontro è avvenuto nel 452 sul fiume Mincio ed è ancora oggi uno dei grandi misteri della storia e della fede. Papa Leone in una lettera a Timoteo, vescovo di Alessandria, un anno prima di morire, scrive: “Anche quando devi correggere, salva sempre l’amore” ma soprattutto “Cristo è la nostra forza …con lui potremo tutto”.
Anche se i dati storici sono scarsi e frammentari, il sovrano unno Attila (406-453 dopo Cristo) è il più famoso dei re barbari che sfidarono i Romani negli ultimi decenni dell’Impero di Occidente.
Su di lui si diffusero innumerevoli leggende e soprattutto era famoso per la sua ferocia tanto da essere chiamato il “flagello di Dio”. Si diceva che dove passava lui non cresceva più l’erba, gli si addebitavano immense stragi ed addirittura episodi di cannibalismo. Questa l’immagine che prevale nel nostro Paese.
Ma nelle saghe germaniche delle terre appartenenti al suo regno, Attila viene visto come un monarca saggio, leale e addirittura misericordioso. Per gli ungheresi, che si considerano almeno in parte eredi degli Unni, è considerato un eroe.
E’ chiaro che si tratta di un personaggio complesso, i cui metodi erano brutali come l’epoca in cui visse, ma dotato senza dubbio di una forte personalità che gli ha permesso di entrare nella memoria collettiva europea.
Nell’ ambito della politica, papa Leone godette di notevole ascendenza, come si vide nei rapporti con le popolazioni germaniche che con successive migrazioni, si stavano stabilendo nelle terre dell’antico Impero romano. Nel 452 Attila, condottiero degli unni, dopo aver saccheggiato Aquileia, si rivolse minaccioso verso le regioni centrali dell’ Italia; da Roma gli andò incontro una legazione, guidata dal papa Leone che incontrò il re barbaro sulle sponde del Mincio, non lontano da Mantova. “Dopo quell’ incontro, Attila abbandonò l’ Italia, molto probabilmente anche per ragioni di carattere militare e politico, ma il carisma che emanava dalla personalità di Leone ebbe parte in quella decisione; la sua fama si accrebbe in Italia e in tutto l’ Occidente, e lasciò memoria nella futura storia di questo pontificato.
Pochi anni dopo, nel 455, Leone tentò di ripetere l’impresa, andando incontro al vandalo Genserico, giunto sotto le mura di Roma. Il Papa non riuscì ad impedire l’ occupazione violenta della città, ma ottenne almeno che la popolazione non fosse sottoposta a torture e massacri.
Leone I era originario della Tuscia, probabilmente nacque a Roma da genitori toscani. Prima di diventare papa, fece parte del clero di Roma e rivestì vari incarichi di fiducia, anche da parte della corte imperiale. Galla Placidia, allora reggente, lo inviò in Gallia come mediatore tra due generali che si contendevano il comando dell’ esercito. Fu durante questa assenza che venne eletto papa alla morte di Sisto III.
Rientrato a Roma, Leone fu consacrato il 29 settembre del 440: una data che ogni anno avrebbe celebrato come anniversario del suo “natale”.
A papa Leone si attribuì per molto tempo la composizione di un testo liturgico tra i più importanti della Chiesa romana, il Sacramentario Leonino, ma molto probabilmente è successivo e fu compilato su indicazione del pontefice.
Benedetto XIV nel 1754 lo proclamò dottore della Chiesa; ma da tempo unanimemente gli era stato riconosciuto il titolo di grande, Magno, per la difesa della vera fede e per l’impegno della sua azione pastorale in favore della città di Roma e per tutte le Chiese d’ Occidente
Lorella La Porta 1^H.