di Marta Santarsiere, classe 3^I – Si parla tanto di sostenibilità e troppo poco di economia domestica, eppure è proprio nelle nostre abitudini quotidiane che possiamo intervenire per ridurre gli sprechi e migliorare la salute nostra e dell’ambiente. L’economia domestica è tutto ciò che riguarda la gestione e la governance di una casa e della famiglia che vi abita. Sin dall’antichità la famiglia ha rappresentato la prima cellula della società, con regole e strutture di volta in volta sempre diverse, ma condivise e, se possibile studiate e tramandate. Infatti dall’ottocento in poi i sistemi scolastici hanno inserito nei percorsi formativi destinati alle ragazze ”l’economia domestica” come materia di studio. Nel novecento, quando il sistema scolastico trovò una più compiuta organizzazione, la formazione tecnica e professionale continuò a mantenere l’insegnamento dell’ economia domestica come studio dei metodi e delle pratiche per gestire correttamente, sia dal punto di vista economico che pratico, la famiglia nel suo complesso. Si capisce che si trattava di un’ impostazione scolastica assai particolare, frutto di un mondo patriarcale e antico; un mondo che, per alcuni tratti, non esiste più.
L’economia domestica, può essere attualizzata in un approccio sostenibile della gestione della vita e della casa, ancora custode della famiglia contemporanea. La logica del risparmio delle risorse del pianeta e dell’approccio ecologista si collega alla vecchia economia domestica, che riappare nobilitata come alleata delle politiche tese alla difesa del pianeta. Grazie all’economia domestica acquisiamo molta più consapevolezza e sensibilità sulle risorse che utilizziamo, su quanto sia importante evitare gli sprechi per noi, per il Pianeta e per il futuro di tutti.
E, se prima questa “attività” era destinata solo alle donne e data per scontata, adesso è una competenza trasversale che ha superato la distinzione di genere.