Un giorno di settembre mi trovai da sola a casa. Ero tranquilla e rilassata perché non ero ancora a conoscenza di quello che mi stava per capitare! Ero seduta alla scrivania, facevo i compiti; nella stanza entrava un venticello piacevole dalla finestra aperta, che gonfiava le tende. Terminata la prima materia mi inginocchiai per riporre il quaderno nello zaino, il tempo di alzarmi che sentii delle urla forti e strazianti. Sapevo per certo che quelle grida provenivano dalla cucina, o meglio, dal balcone della cucina, andai lì e mi affacciai, ma non vidi nessuno, allora feci finta di niente e ritornai in camera. Studiavo storia, provavo a concentrarmi ma quelle grida si erano impossessate dei miei pensieri. Per curiosità mi affacciai nuovamente al balcone ma ancora non trovai nessuno. Giusto il tempo di ritornare in camera che ecco di nuovo quelle grida più forti e disumane. Allora di fretta chiusi tutte le porte finestre della casa e mi rintanai in camera impaurita.
Ricordo ancora la paura che ho provato in quegli istanti e penso sia stata l’unica volta che ho sentito il mio cuore battere così forte dalla paura che sembrava volesse uscire dal mio corpo. Immaginavo le peggiori cose: un omicidio in corso, invasioni di fantasmi; sentivo qualcuno che forzava la serratura, avevo il cuore in gola ma fortunatamente era solo mia madre con mio fratello che rientravano. Saltai nelle braccia di mia madre stringendola forte fino a mandare via tutta la mia paura e preoccupazione. Ancora oggi, dopo tanto tempo, non so da chi o da cosa provenissero quelle grida ma da quel giorno ho avuto sempre paura di restare a casa da sola.