di Jacopo Gottardo e Alessandro Lorato Classe 1^ C. –
Cari lettori, abbiamo deciso di scrivere questo nostro articolo per segnalare il disagio in cui ci troviamo e che ormai si presenta dall’inizio dell’anno scolastico e cioè dal rientro a scuola dello scorso 14 settembre 2020.
L’inizio dell’anno scolastico in presenza ci aveva molto esaltati perché eravamo contenti di ritornare a scuola per essere insieme ai nostri compagni che avevamo lasciato durante il lockdown che era iniziato l’8 marzo del 2020. Eravamo davvero tutti sulle spine perché finalmente la scuola ritornava ad essere quella di sempre e le aule tornavano ad accogliere i propri alunni. Desideriamo precisare che noi attualmente frequentiamo la Prima Classe della Scuola Secondaria di primo grado e lo scorso anno abbiamo terminato la Scuola Primaria ma non in presenza. Quel primo giorno di scuola eravamo molto emozionati perché desideravamo sapere se eravamo insieme nella stessa classe dove c’erano anche i nostri ex compagni. Dopo essere entrati in Istituto e ci siamo diretti presso la nuova aula ci siamo resi conto che sarebbe stato un anno particolare. I banchi non erano come negli anni precedenti affiancati ma erano distanti almeno un metro uno dall’altro. La cosa che però ci ha colpito più di tutto è stato l’uso della mascherina che dobbiamo tenerla per tutto il tempo scolastico. Capite bene che per noi che frequentiamo il Convitto Nazionale “Marco Foscarini”, poiché abbiamo un tempo di studio prolungato, cioè fino alle ore17.00, vorremo evidenziare la nostra sofferenza causata dalle mascherine che ci forniscono a scuola perché causano prurito al naso e ci tirano le orecchie provocandoci dolore. All’inizio della scuola ci fornivano delle ottime mascherine che non ci davano molti disturbi. Desideriamo esprimere un nostro desiderio: se si potessero riavere quelle chirurgiche o le FFP2 al posto di quelle attuali. Tra l’altro le attuali mascherine lasciano passare molta aria e quindi crediamo che ci diano poca sicurezza e in più un nostro compagno ha provato a spegnere la fiamma dell’accendino e la fiamma si è spenta.