di Massimiliano Frattolillo – Se mi guardo allo specchio mi ritrovo in quelle che sono le nuove generazioni caratterizzate da una predisposizione al multitasking, ovvero alla capacità di portare avanti più compiti contemporaneamente. Spesso lo studio è accompagnato da un flusso continuo di immagini provenienti dal televisore, mentre gli auricolari trasmettono musica e scambi di messaggi si susseguono tra social network e cellulare.
Le generazioni dell’ultimo secolo sono stati definiti in vari modi Millennials, bamboccioni, sfiorati, sdraiati, digital natives, generazione A, generazione X, generazione Z, generazione app, generazione what, neets: mai una generazione ha avuto tante etichette. Mai tante parole vuote, per indicare una cosa sola: i giovani.
Se la “Generazione X”, quella del punk, voleva distruggere il futuro, quella di oggi riduce ogni relazione a semplici dinamiche virtuali e qualifica a prescindere tutti i giovani come “barbari” o “sdraiati”. Non è la solita storia raccontata per giustificarsi, è un dato di fatto: per i giovani è quasi del tutto scomparsa la possibilità di uscire di casa e di avere rapporti continui con gli amici , le paure dei nostri genitori le immagini di violenza alla TV hanno generato una brillante alternativa: il mondo del web ,il mondo playstation, xbox , youtube ,che rappresentano un mondo virtuale che, però, fa parte sempre di più della nostra realtà forse troppo.
La domanda è quali saranno i nostri sogni, speranze, illusioni.