Le aree marine protette sono tratti di mare, costieri e non, in cui le attività umane sono parzialmente o totalmente limitate. Sono costituite da ambienti marini, acque, fondali e tratti di costa sporgenti, che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche, con particolare riguardo alla flora e alla fauna marine. Possono essere costituite da un ambiente marino avente rilevante valore storico, archeologico, ambientale e culturale. La suddivisione in zone comprende anche i relativi territori costieri del demanio marittimo sottoposti a diverso regime di tutela ambientale. In generale le aree marine protette sono divise al loro interno in tre zone denominate A, B e C. L’intento è quello di assicurare la massima protezione degli ambiti di maggior valore ambientale che ricadono nelle zone di riserva integrale (zona A), applicando i vincoli stabiliti dalla legge. Con le zone B e C si vuole assicurare una gradualità di protezione. Le aree marine protette (AMP) sono essenziali per il recupero e la protezione della biodiversità degli oceani. Le prime aree marine protette furono istituite all’inizio del XX secolo, molto dopo i primi parchi sulla terraferma. Dagli anni 2000 il numero e la superficie delle AMP è cresciuta molto rapidamente e oggi sono il principale strumento per la gestione delle risorse naturali in tutti gli oceani e i mari del mondo. Lo 0.03% del Mar Mediterraneo è tutelato da aree a protezione integrale. Il 7.68% di tutta la superficie marina della Terra è coperto da aree marine protette, e 27.8 mln di kmq è l’attuale superficie complessiva di tutte le aree marine protette. Le aree marine protette della Sardegna sono attualmente sei e includono una superficie totale di quasi 133.200 ettari di mare tra i più incontaminati del Mediterraneo. Due di esse, l’AMP Capo Caccia – Isola Piana, e l’AMP Isola dell’Asinara sono anche associate a parchi naturali regionali. La morfologia dei fondali marini della Sardegna presenta diverse caratteristiche. Secondo uno studio sulla sedimentazione carbonatica nel Golfo di Oristano, nella Sardegna centro-occidentale i fondali mostrano una specifica morfologia legata alla sedimentazione. Il versante del mare aperto è caratterizzato da pendii che continuano nella parte sommersa e sprofondano rapidamente oltre i 50 m anche a breve distanza dalla costa. Le forti correnti di maestrale impediscono la formazione di significativi depositi sabbiosi e modellano la costa con canaloni e spaccature. Il versante orientale è generalmente caratterizzato da coste basse, prevalentemente rocciose e talvolta interamente sabbiose. La zona compresa tra Punta Scorno e Punta Sabina presenta caratteristiche intermedie tra quelle tipiche dei due versanti. Il fondo del mare appare irregolare in seguito all’affioramento frequente del substrato roccioso. Nella zona tra Cala d’Oliva e Punta Trabuccato, e in particolare nella Rada della Reale, il fondale è prevalentemente sabbioso e ospita un’estesa prateria di posidonia oceanica, pianta del Mediterraneo costituita da lunghe foglie nastriformi riunite in fasci. Le foglie giovani, quelle centrali, sono caratterizzate da una colorazione verde chiara, mentre quelle più vecchie assumono tonalità verde scuro. Le visite delle aree marine protette sono regolamentate al fine di preservare l’ambiente marino e la sua biodiversità. È vietato raccogliere reperti di valore storico o archeologico all’interno delle aree marine protette nonché danneggiare o raccogliere specie marine. Durante le immersioni è importante rispettare le specie marine protette. In alcune aree marine protette è vietato l’accesso e la balneazione per preservare gli habitat più delicati. Il transito e l’ancoraggio di imbarcazioni possono essere vietati così come la pesca al fine di proteggere le specie e preservare gli ecosistemi. Le sanzioni per le violazioni delle aree marine protette possono variare. Possono andare da 50 a 1000 euro qualora l’area protetta marina non fosse segnalata con i mezzi e con gli strumenti di segnalazione. Le tartarughe sono spesso oggetto di particolare cura nelle aree marine protette, dove vengono messe in atto diverse iniziative per la loro salvaguardia e conservazione. Ad esempio, si fornisce un ambiente sicuro in cui le tartarughe possono nidificare e riprodursi senza essere disturbate da attività umane dannose. Inoltre, tali aree spesso promuovono iniziative di ricerca e monitoraggio per comprendere al meglio le abitudini e le minacce che le tartarughe marine affrontano, consentendo di adottare misure di conservazione mirate. Infine, le aree marine protette svolgono un ruolo cruciale nel recupero e nel salvataggio delle tartarughe marine ferite o in pericolo, fornendo cura e protezione prima di rilasciarle in mare. Le tartarughe marine si possono trovare in diverse aree: l’Area Marina Protetta Capo Carbonara, l’Area Marina Protetta dell’isola dell’Asinara, l’Area Marina Protetta di Capo Caccia – Isola Piana e l’Area Marina Protetta di Tavolara e Capo Coda Cavallo. Inoltre la Sardegna ospita il Centro di Recupero del Sinis per le tartarughe marine e i cetacei, che sottolinea l’impegno della regione per la conservazione e la protezione di queste specie marine. La Sardegna è anche nota per essere un’importante area di nidificazione per le tartarughe marine, con diversi nidi censiti e monitorati da organizzazioni come il WWF. Nelle acque dell’Asinara esiste una specie protetta e in via d’estinzione, perciò, spesso, è stata soccorsa e rilasciata nel proprio ecosistema in seguito a cure di equipe specializzate. Il Centro Recupero Tartarughe Marine, e il CRAMA (Centro Recupero Animali Marini Asinara) che ha il suo centro a Cala Reale, svolgono un’importante opera di sensibilizzazione attraverso visite guidate e conferenze. Le tartarughe marine sono minacciate da diverse attività umane e fattori ambientali. Le reti a strascico, da posta e palangari causano annegamento e lesioni spesso mortali alle tartarughe marine, con più di 24.000 catture annuali. La riduzione delle superfici occupate e il degrado dell’habitat costiero rappresentano una minaccia significativa per le tartarughe marine così come l’inquinamento dei mari e la presenza di rifiuti plastici. Le tartarughe marine inoltre sono soggette a catture accidentali e intenzionali per il consumo di sangue, carne o per la vendita. Ma anche il riscaldamento globale è un’altra minaccia che mette a rischio la sopravvivenza delle tartarughe marine. Nel novembre del 2017 è stata ritrovata la carcassa di una balena di 17 metri e oltre sette tonnellate, tra il quinto e il sesto pettine del litorale di Sorso del golfo dell’Asinara. Era stata ribattezzata la povera balenottera bianca di Platamona. Lo scheletro della balena è stato ricostruito e l’attività di recupero e l’esposizione rientrano tra quelle promosse dal Progetto Pelagos dell’Asinara. Lo scheletro è esposto a Cala Reale e rappresenta un’interessante attrazione per studiosi, appassionati del mare, turisti e scolaresche che potranno ammirare lo scheletro del maestoso cetaceo. Il turismo cambia perché cambiano i bisogni dei turisti, che sempre di più hanno il desiderio di tornare a casa con esperienze e non solo souvenir. Si tratta del cosiddetto turismo esperienziale, grazie al quale il turista diventa viaggiatore più consapevole di ciò che lo circonda e si sente, temporaneamente, partecipe delle attività legate alla meta delle proprie vacanze. Il pescaturismo un nuovo tipo di offerta turistica, che si rifà all’antichissimo mondo della pesca. Fare del pescaturismo in Sardegna vuol dire passare una giornata a bordo di un peschereccio al fianco di pescatori esperti, per guardare il mare e le coste sarde con degli occhi del tutto nuovi stando a stretto contatto con la natura, alla scoperta di un mestiere antico e sempre affascinante. Il pescaturismo è un’attività che è stata regolamentata nel 1999. L’obiettivo è quello di incentivare delle forme di turismo sostenibile e responsabile, per valorizzare al meglio i luoghi più suggestivi che la nostra isola può offrire, come l’isola dell’Asinara che con la sua natura incontaminata e la sua area marina protetta è in grado di farci conoscere un universo del tutto nuovo e affascinante. Il pescaturismo è una forma di attività turistica che integra la pesca artigianale e consente ai pescatori di ospitare i turisti a bordo dell’imbarcazione da pesca e mostrare loro le attività di pesca professionale. Altro elemento qualificante di questo “pacchetto” è la ristorazione a base del pescato che viene cucinato dagli stessi pescatori.