di Sara Ferraro Esposito
All’inizio di gennaio i comuni di Capri e di Anacapri, hanno pubblicato i documenti della nuova area marina protetta, compiedo un altro passo verso la realizzazione del primo progetto di Zonizzazione delle aree intorno all’isola, per migliorare il funzionamento dell’ecosistema e dell’habitat marino. Tutelare il mare e la costa dell’isola però, significa porre limitazioni alla navigazione, all’ormeggio e in generale a molte attività legate al turismo. Questo progetto prende il via nel 2019 con la collaborazione tra i due comuni e l’ISPRA (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), che negli ultimi anni ha elaborato una proposta di limitazioni ora a disposizione di abitanti e associazioni per eventuali osservazioni. L’area marina protetta interviene in particolare nella zona di mare dei Faraglioni, (tre formazioni rocciose situate in mare)belli quanto fragili, essi sono punti distintivi di queste zone e sono conosciuti in tutto il mondo. Basti pensare infatti, che ogni anno, soprattutto d’estate, nel mare attorno ai Faraglioni navigano migliaia di barche di piccole e medie dimensioni. La situazione di sovraffollamento di barche intorno all’isola è progressivamente peggiorata «fino a rappresentare un concreto pericolo ambientale» come attestato dallo stesso sindaco dell’isola. L’area marina protetta limiterà l’impatto ambientale delle barche con una serie di divieti a seconda di diverse zone di tutela disegnate su una mappa. Nella zona A, intorno ai Faraglioni, ad esempio, sarà vietato fare praticamente qualsiasi cosa: la navigazione con tutte le barche, anche quelle a remi, l’ormeggio, la balneazione, le immersioni, la pesca. L’unica attività possibile è la ricerca, pur con alcune limitazioni. Nelle altre zone che comprendono tutto il resto dell’isola le regole sono meno restrittive, ma sono previste comunque limitazioni. L’istituzione dell’area marina protetta è sostenuta da tutte le principali associazioni ambientaliste tra cui Legambiente, Italia Nostra e Marevivo, secondo cui l’area protetta è l’unico modo per tutelare la biodiversità e creare un turismo di qualità, più controllato e distribuito nei mesi nell’anno, non concentrato soltanto in estate quando ogni giorno l’isola viene visitata da migliaia di turisti stranieri, soprattutto americani. Capri, dicono le associazioni ambientaliste, è già molto conosciuta nel mondo e non ha bisogno di nuova promozione o di aumentare i flussi turistici, ormai saturi, bensì di trovare un compromesso tra la tutela dell’ambiente, la vivibilità dell’isola e lo sviluppo economico. Le nuove regole hanno stimolato un certo dibattito soprattutto tra gli operatori turistici, molti dei quali sono contrari all’istituzione dell’area marina protetta perché temono un crollo degli affari. Il giro dei Faraglioni, infatti, è una delle gite turistiche più richieste e vendute e molti si chiedono cosa si potrà offrire ai turisti se molte delle attrazioni dell’isola saranno vietate e vi saranno di conseguenza perdite di posti di lavoro. Abitanti e associazioni hanno avuto tempo fino alla fine di gennaio per presentare osservazioni al progetto pubblicato sul sito dell’ISPRA. Le proposte di modifica saranno poi valutate dai tecnici, che invieranno il piano al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Sarà il ministero ad approvare il decreto di istituzione dell’area marina protetta. Secondo le previsioni dei comuni, il decreto dovrebbe arrivare entro l’estate, in tempo per introdurre le regole nella prossima stagione turistica.
Sui siti web istituzionali dei Comuni di Capri e di Anacapri sono stati pubblicati gli atti dell’Area marina protetta dell’isola di Capri e sono stati aperti i termini per la presentazione delle osservazioni. Ora l’Iter è concluso e siamo finalmente alle battute finali di un’attesissima Area marina protetta a Capri, si attendono ora muove disposizioni a riguardo.