di Magnani Luca – I A
L’ ape è un insetto piccolissimo, fondamentale per la vita sulla terra. Alcuni la conoscono come un animale fastidioso, perché punge, ma è solo una forma di difesa, poiché sa, che quando pizzica, muore. L’ ape ha una funzione fondamentale per le piante permettendo l’impollinazione e, di conseguenza, il frutto che finisce nelle nostre tavole per poi essere mangiato. L’ ape produce miele, usato fin dalla preistoria poiché non esisteva lo zucchero. Le api si dividono in tre categorie: operaie (femmine), fuchi (maschi), ape regina (femmina). Vivono in alveari che possono contenere fino a 100.000 api operaie; durante la piena produzione (in estate) vivono massimo 5-6 settimane, invece quelle che nascono in autunno riescono a sopravvivere fino alla primavera. Per riprodursi la regina viene fecondata dai fuchi e poi depone uova che vivono 24 ore in tipiche celle esagonali, che rimangono chiuse per 20 giorni fino alla nascita dell’ape.
L’ape oggi è a rischio estinzione per tante cause. Gli apicoltori dal 2000 riscontrano il problema della “Varroa”, un acaro parassitario che si attacca alla testa dell’insetto e la uccide. Un altro problema è l’ inquinamento ambientale, causato dalle macchine e dalle fabbriche, ma anche l’ uso massiccio di pesticidi in agricoltura. Un problema sono anche le onde elettromagnetiche dei cellulari e dei computer che disperdono le api, non facendo ritrovare loro la strada del ritorno. Gli apicoltori quindi le allevano in luoghi lontani dalle città.
La mancanza di fiori e la richiesta sul mercato del miele ha spinto alcuni apicoltori a produrre miele sintetico, nutrendole di glucosio o sciroppo di barbabietola. Oggi per permettere l’impollinazione delle piante nelle serre sono stati creati sciami di api “usa e getta”. Io vorrei che, come sta facendo mio babbo, ci fossero più persone che allevassero api in modo naturale.