Venerdì 24 Novembre, presso il Centro Polivalente “Michele Abbate” di Caltanissetta, si è svolta una performance artistica , che ha visto come protagonisti alcuni docenti di varie discipline e cinquantadue studenti della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo” Martin Luther King”, diretto dalla professoressa Daniela Rizzotto.
“Il fenomeno della violenza di genere e, specificatamente, della violenza sulle donne, ha assunto negli ultimi anni una crescente rilevanza e non poteva lasciarci insensibili “ ha detto la professoressa Bognanni, autrice del copione andato in scena grazie alla collaborazione dei colleghi Manuela Azzurra Fasulo, Ilaria Testaquatra, Patrizia Falzone, Letizia La Piana, Rossella Angileri, Maria Teresa Cordova, Piero Panepinto, Fabio Cancemi che l’hanno magistralmente sostenuta in questo suo progetto.
“L’Italia risulta essere una tra i cinque Paesi in Europa con il più alto numero di donne vittime di femminicidio delle quali, una percentuale elevata, registrata nell’ambito delle relazioni familiari. Diverse sono le azioni da mettere in campo per arginare questo fenomeno, tra le quali prioritariamente, un’azione educativa e di sensibilizzazione alla cultura del rispetto della persona, delle differenze di genere e alla gestione dei conflitti.” Ne è convinta la Dirigente Scolastica che ha caldamente sostenuto il lavoro di docenti e alunni e che è rimasta sbalordita dai risultati ottenuti. Presenti all’evento il Sindaco di Caltanissetta Roberto Gambino e la dott.ssa Patrizia Saporito in rappresentanza dell’Ufficio Scolastico Provinciale.
Anche il pubblico, accorso numeroso, ha apprezzato il lavoro svolto dai piccoli artisti ed è uscito dalla sala visibilmente commosso. Era presente un nipote di Santina Cannella, una ragazza di soli quindici anni, uccisa nel 1954 perché ad un matrimonio di comodo aveva preferito studiare.
Dai tempi di Francesca da Rimini ai nostri giorni: questo l’arco temporale considerato e all’interno del quale si sono incastonate le storie di tante-troppe-donne vittime di un amore malato, di un risentimento di rabbia verso una persona che non vuole essere più oggetto di desiderio. Fortunatamente si sono fatti passi da gigante sia nella mentalità che nella legislazione. Ma ancora non è sazia di sangue la belva umana. Alle giovani generazioni è affidato il compito di capire che l’Amore non Uccide. Promuovere iniziative sperimentali, educative, formative e di didattica innovativa, riguardanti i valori della legalità con specifico riferimento al rispetto della figura femminile e delle differenze di genere, quale strumento educativo per la convivenza civile, con particolare riguardo alle corrette dinamiche relazionali tra gli allievi e all’interno delle proprie famiglie o in contesti extra-familiari, per sviluppare relazioni rispettose e trovare soluzioni non violente dei conflitti. I progetti attraverso la sperimentazione di modelli didattici innovativi dovranno incidere sulle coscienze e sui comportamenti degli alunni, contribuendo a rafforzare le “skills socio emotive”.
L’obiettivo finale è sensibilizzare ed educare ad una nuova legalità e contrastare tutti quei comportamenti “al limite”, preludio di forme discriminatorie o violente, contribuendo ad una coscienza consapevole diffusa quale strumento di prevenzione e di guida alla positiva interazione sociale. 1 Dati rilevati dall’ufficio Onu per il controllo della droga e la prevenzione del crimine.