di SERENA SABATELLI –
Fedor Dostojevskij con la frase: “E’ nella separazione che si sente e si capisce la forza con cui si ama” si riferisce ad una profonda verità. Quando si ama qualcuno, ogni attimo passato insieme è pura gioia: il sentimento riscalda il petto di piacere e la ragione perde la sua obiettività, drogata di una passione che a volte di rivela crudele ed illusoria.
Nel momento in cui la persona amata ci abbandona e si è costretti ad una separazione, chi ha amato soffre con fervore e si strugge, mentre dentro lui il dolore prende il sopravvento e lo destabilizza, facendogli avere l’impressione che ogni sua concreta certezza sia andata via con chi lo faceva sentire felice, appagato e soddisfatto; colui, invece, che lontano dalla sua fonte di gaudio si limita a scrollare le spalle e votarsi ad un nuovo idillio d’amore, probabimente ha vissuto un’infatuazione superficiale ed apparente. Dunque, quando si è separati dalla persona amata, ci si rende conto di quanto affetto si prova per lei da quanto la vita e la quotidianità cambino adattandosi alla sua mancanza, ma, ciò che è ancor più importante, si diviene coscienti della forza del nostro affetto, quando non avere accanto quel determinato affetto ci trasforma e tramuta l’animo in una melanconica bestia, agitata da mille emozioni e attanagliata da un dolore cocente che solo con l’amore che è venuto a mancare può essere spento.
Colui che ha la percezione di essere stato abbandonato può sperimentare una depressione tale da abbandonare ogni desiderio di vita e di felicità, perché quest’ultima ha ingannato la mente e ha gettato lo spirito nello sconforto, generando un grande dolore, legato ad un motivo di orgoglio, così importante come l’avere il coraggio di amare qualcuno profondamente, affidandogli un pezzo di noi.
Se si ama, lo si sa, ma sovente non ci si rende conto di quanto sia intenso l’affetto, fin quando quest’ultimo non ci riduce ad una persona completamente diversa, più aspra, diffidente e impaurita dalla possibilità di provare ancora dolore in futuro. L’assenza di chi si ama, che sia momentanea oppure definitiva, porta sempre con sé una sorta di sconforto che scuote dentro, come un brivido, che agita, che provoca un malessere generale e ci fa pensare assiduamente a quella persona.
Il sentire la forza di cui parla Dostojevskij fondamentalmente è poi questo: percepire l’immensità del sentimento più nobile per goderne a pieno e nel momento della separazione impiegare la stessa passione nella ricerca di quelle emozioni perdute che passano per l’incompletezza dell’essere , una parte mancante di esso.
Questo dolore, quindi, non è altro che la comprensione e la presa di coscienza della forza con cui si ama qualcuno, quando non c’è, ed è derivato dal ricordo dei gai momenti condivisi.
In conclusione, in una separazione prendiamo atto del vigore del nostro amore attraverso la sofferenza, grande o piccola che sia , perché essa incide di più sull’animo di quanto non faccia un sentimento gioioso e colpisce duramente il cuore che riconosce l’amore più vividamente, facendo sì che se ne conosca la vera entità.