Il 2020 è stato l’anno della pandemia globale, ci ha portato a convivere con un virus a noi estraneo, un virus che ha modificato le nostre abitudini, il mondo per qualche mese si è fermato, ogni giorno ci è sembrato identico a quello precedente, è stata dura ma ce l’abbiamo fatta, o meglio dire quasi fatta.
Nei telegiornali sentivamo solo di quanto aumentasse la curva dei morti e delle persone contagiate. Attraverso il decreto “io resto a casa” ogni cittadino è stato obbligato a restare nella propria abitazione. Per noi ragazzi stare a casa senza fare nulla è stato davvero noioso, siamo stati privati delle nostre fughe serali, le nostre rimpatriate e stranamente chi più, chi meno ha sentito la mancanza della scuola. In questo periodo abbiamo capito che il calore della classe e dei propri amici penso sia la cosa più bella. Penso che della scuola a tutti sia mancato inventare strategie per fuggire dall’ interrogazione o trovare un modo per fare filone.
Penso che per le coppie questo periodo sia stato davvero frustante riuscire ad andare d’accordo in isolamento, è stato molto complicato, questo anche perché i gesti che solitamente comunicano più di mille parole devono stare a riposo poiché ci sono stati fortemente sconsigliati e lasciare il posto alle parole e alla prudenza.
Tutti conosciamo la tipica frase ‘meglio dimostrare i fatti che le parole’, ma questo periodo ha rovesciato il suo significato.
Fin da piccoli ci hanno sempre insegnato che dire ti amo non basta ed ecco che improvvisamente le parole hanno la stessa importanza dei fatti.
Ci si è sentiti solo telefonicamente, a dare un’opportunità ai ragazzi di vedersi è stato solo grazie alla tecnologia ma una semplice telefonata o una videochiamata di certo non ha colmato la mancanza del proprio partner. Per molti ragazzi la lontananza ha aumentato la voglia e il bisogno di vedersi.
Nonostante alcune incomprensioni, per alcuni innamorati è stato anche un periodo di riflessione. Molte persone hanno capito che senza la loro dolce metà la loro vita non ha avuto alcun senso; altre coppie, invece, hanno notato che il loro rapporto si basava solo sulle abitudini e che quella non sarebbe stata la persona migliore.
Tra pochi giorni si avvicina San Valentino, un’occasione per dimostrare alla persona amata tutto l’affetto che proviamo nei suoi confronti.
San Valentino, nato a Interamna Nahars, l’attuale Terni, nel 176 d.C. e morto a Roma il 14 febbraio 273, era un vescovo romano che era stato martirizzato. Valentino dedicò la vita alla comunità cristiana e alla città di Terni dove infuriavano le persecuzioni contro i seguaci di Gesù. Fu consacrato vescovo della città nel 197 dal Papa San Feliciano, poi divenne il protettore dell’amore in tutto il mondo.
Intorno a questo santo sono circolate sempre delle leggende che riguardano appunto l’amore. Una delle più importanti narra che un giorno San Valentino sentì una coppia di fidanzati litigare, prese una rosa dal suo giardino e la portò ai due giovani chiedendo che la stringessero tra le loro mani. Fu così che fecero pace.
Quella di San Valentino verso i due ragazzi era stata una specie di benedizione e così la coppia si sposò e fu a lungo felice. Secondo la leggenda furono poi molte altre coppie, saputa la felice unione dei primi due fidanzati, a voler andare da San Valentino per chiedere di benedire la loro unione. Quindi possiamo affermare che San Valentino non sono solo i cioccolatini o le rose dedicate alla propria ragazza durante una cena romantica. Purtroppo quest’anno il Covid ci ha privati di questa festa, difatti per alcune coppie era tradizione andare a cena fuori, cosa che quest’anno non è possibile fare a causa del coprifuoco imposto dal Governo; per altre coppie invece era tradizione andare sul lungomare a tarda sera per ammirare lo spettacolo che la nostra natura ci ha donato. Nonostante ciò l’usanza di scambiarsi dei pensierini tra le coppie non è svanita. E meno male. Forse scopriremo più autenticità e meno pubblicità!♥⇔♥⇔♥⇔♥⇔♥
CARMELINDA DI FOGGIA (4^ B)